Cosa accomuna le lingue polacco, ceco e slovacco?

Buongiorno a tutti lettori!
Oggi, dopo settimane, finalmente terminiamo il nostro percorso sulle somiglianze tra le lingue delle macro regioni slave. Come capirete dal titolo, ci siamo spostati in Europa centro-orientale, per esaminare meglio la storia e le similitudini tra le lingue che qui sono padrone, ovvero polacco, ceco e slovacco. Partiremo dalla prima nominata, per poi prendere in esame le altre due che sono spesso soggetto di confusione.







Le origini della lingua polacca risalgono a molti secoli fa, verso il X Secolo a.C., quando la lingua proto-slava si staccò da quella proto-baltica (da cui derivano lituano e lettone odierni), iniziando quindi la sua evoluzione e divisione nelle varie lingue slave che noi conosciamo. E' infatti proprio durante il X Secolo che la Polonia inizia a diventare uno Stato unito sotto la guida di Mieszko I e che quindi si sente la necessità di creare un idioma comune: la prima testimonianza di polacco scritto risale pertanto al 1200. Fino al XVI Secolo si assiste dunque alla creazione di questa lingua, che, subendo influenze derivanti dal resto dell'Europa (soprattutto dal mondo latino, in seguito alla conversione del re alla religione cristiana cattolica), continuò a modificarsi.
Il polacco per ben due secoli (circa tra il '500 e il '700) è stato considerato una lingua franca dell'Europa centro-orientale, grazie all'unione tra Polonia e Lituania, che era una delle confederazioni più potenti della zona (non a caso avevano sconfitto la Russia e si erano impossessati di gran parte della Bielorussia e Ucraina, diffondendo appunto la lingua).



Proprio in questo periodo nasce anche la letteratura polacca, facendo sì che la lingua stessa prendesse una piega più ordinata, nasce il primo dizionario polacco-latino e viene standardizzata l'ortografia grazie alla stampa di libri e vocabolari in lingua polacca. Difficile dire chi sia stato comunque il padre della lingua polacca, essendo stati in molti scrittori, poeti ed editori a spingere l'evoluzione della stessa.
Nel 1800 le cose iniziano a standardizzarsi sempre di più, Samuel Bogumil Linde pubblicò durante questo secolo il primo dizionario completo in sei volumi della lingua polacca (Slowni jezyka polskiego), che conteneva moltissime parole anche dialettali e regionali, testimoniando come questo idioma fosse ormai sviluppato quanto quello tedesco e molto più di quello russo, che ancora non aveva una forma standard.

(Uno dei sei volumi)

Ad oggi il polacco è una lingua in costante cambiamento e rinnovo, soprattutto grazie all'influenza degli anglicismi (come accade a tutte le lingue odierne), è parlato da più di 50 milioni di persone nel mondo ed è la lingua slava più conosciuta dopo il russo.





Anche la lingua ceca e quella slovacca hanno origini molto simili a quelle della lingua sopra citata, non a caso, queste tre bellissime lingue, si somigliano molto. Tuttavia, la loro evoluzione è stata differente. Parliamo sempre di lingue derivate da quella proto-slava e diffusasi nell'Europa centro-orientale, entrambe influenzate dal latino dopo la conversione, ma la loro storia differisce dal momento in cui arrivarono Cirillo e Metodio, i due padri dell'alfabeto cirillico, nel Regno della Grande Moravia (l'unione del principato di Nitra -Slovacchia- e quello di Moravia -Rep.Ceca). Fu di fatti il re a richiedere che i due religiosi venissero mandati nel suo regno, per sconfiggere la paura di una possibile invasione da parte dei barbari germanici, cosa che ovviamente non fu per la vicina Polonia. Questo giustifica anche il fatto che in questi due Stati, sebbene oggi la maggior parte delle persone sia di fede cattolica e l'alfabeto sia latino, esiste anche una parte di ortodossi praticanti e, in passato, si utilizzasse l'alfabeto cirillico.
Da qui, slovacco e ceco prendono quindi un'altra strada rispetto al polacco, per poi prendere strade diverse anche tra loro.

(Evoluzione della Grande Moravia)

I due principati ben presto si sciolsero, dando vita a due realtà differenti: il Regno di Boemia, che sarebbe la Repubblica Ceca odierna, e la realtà slovacca, sotto il dominio magiaro nel Regno d'Ungheria. Qui inizia anche il percorso diverso delle due lingue: lo slovacco si sviluppa durante il periodo ungherese da vari dialetti slavi parlati dalla popolazione: la lingua ufficiale era infatti il latino, cosa che, fino al XIX Secolo, non consentì lo sviluppo di una vera e propria lingua slovacca omogenea. Tuttavia, il mantenimento di questi dialetti slavi era fondamentale al fine di continuare a esprimere la propria indipendenza culturale dall'Ungheria, per rimarcare il fatto che loro fossero slavi e non magiari.



La lingua ceca (ovvero la diretta discendente di quella che si parlava nel Regno della Grande Moravia), rimase invece la lingua ufficiale della Boemia, sebbene il territorio fosse sotto il Sacro Romano Impero, cosa che le permise di svilupparsi e crescere largamente nel corso dei secoli.
Il boemo (così veniva chiamato il ceco fino al 1800) era parlato assieme al latino e al tedesco in tutti gli ambiti e riuscì a influenzare anche il vicino slovacco con le spedizioni degli ussiti in quel territorio, un movimento religioso e rivoluzionario proveniente dal Regno di Boemia, verso il 1400, sebbene la lingua venisse parlata con degli slovacchismi. Fondamentalmente, il ceco parlato nella Slovacchia del tempo era un mix delle due lingue.

(Zilinska kniha, il libro di Zilina, risalente più o meno al 1400 è il primo documento scritto che mostra il ceco slovacchizzato)


Fu così che il ceco si diffuse sempre più in Slovacchia e ben presto divenne, assieme al latino, lingua ufficiale, surclassando i dialetti autoctoni, ma questa fase non durò a lungo: durante il XIX Secolo i dialetti domestici riacquistarono importanza, tanto che, il loro insieme (per lo meno l'insieme dei dialetti occidentali) veniva definito slovacco culturale e parlato solo dalle classi più colte. Importantissimo a questo punto fu il contributo di Anton Bernolak e L'udovit Stur i quali, in base a queste lingue parlate nella Slovacchia centro-occidentale riuscirono a standardizzare la lingua e a creare addirittura la lingua slovacca scientifica (Nauka reci sloveskej). Tutto ciò è la base dello slovacco che conosciamo noi, il quale solo nel 1989 si può dire essersi totalmente modernizzato.

(Nauka reci slovenskej, di L'udovit Stur)


In Cecoslovacchia la situazione linguistica non creava comunque grandi problemi: la lingua ufficiale veniva (come ben ricorderete) chiamata cecoslovacco e comprendeva per l'appunto la lingua ceca e quella slovacca. Da questo si deduce che il nostro concetto di cecoslovacco sia sbagliato, dato che noi tendiamo a considerarla una lingua unica (come facciamo quando si parla di serbo-croato), quando in realtà è un termine che comprende due idiomi diversi. Ma quanto si somigliano?

Non tanto quanto ci potremmo aspettare in verità. Chi ha vissuto gli anni della Cecoslovacchia sarà in grado di comprendere entrambe le lingue, ma, in seguito al Divorzio di Velluto, sono in crescita i casi (soprattutto tra i giovani) in cui cechi e slovacchi fan sempre più fatica a capirsi, proprio a causa del fatto che oggi Czechia e Slovacchia siano due realtà legate ma distinte e a causa del fatto che le due lingue si somiglino ma non siano uguali.




Capiamo dunque meglio in che modo esse differiscano e siano invece simili, guardando ad alcuni aspetti lessicali e grammaticali...
Innanzitutto, sebbene entrambe le lingue abbiano conservato l'alfabeto latino, presentano delle lettere differenti, tra cui la più famosa è la ř, che è la lettera per eccellenza dell'alfabeto ceco, impronunciabile per tutto il resto della popolazione mondiale, perfino per gli slovacchi. Ovviamente anche l'alfabeto slovacco ha delle lettere che quello ceco non ha, se volete leggerne di più cliccate pure qui.
I casi sono sette, tuttavia, il vocativo il slovacco non viene quasi più usato, facendo sì che, alla fine dei conti, esso ne presenti solo sei. Dobbiamo considerare inoltre che la lingua slovacca sia, anche per un estraneo, grammaticalmente più semplice del ceco, dato che è relativamente nuova.
Infine, per quanto riguarda il lessico, possiamo dire che la somiglianza la ritroviamo per un 80%, essendo che le differenze maggiori le ritroviamo nella pronuncia di molte parole più che altro (es. mlieko, che in slovacco significa latte, in ceco si pronuncia mljeko, con la l semplicemente morbida); tuttavia abbiamo anche parole molto diverse tra loro per indicare lo stesso concetto, l'esempio più lampante di ciò sono i nomi dei mesi, dato che il ceco ha lasciato i nomi dell'antico slavo mentre lo slovacco no. Altre differenze le ritroviamo nel linguaggio colloquiale (dovid'enia in slovacco significa arrivederci, mentre in ceco è na shledanou), e nella coniugazione di alcuni verbi: io leggo in slovacco si dice ja chytam, mentre in ceco è ja ctu, ma io vedo, in entrambe le lingue si dice ja vidim.


(Alcuni esempi di differenze tra ceco e slovacco)


E IL POLACCO? QUANTO SOMIGLIA A QUESTE DUE LINGUE? 

Se già ceco e slovacco si somigliano meno di quel che potessimo pensare, il polacco ovviamente è una storia a parte. Esso infatti (oltre ad avere una scrittura di difficile comprensione anche per gli altri slavi che utilizzano l'alfabeto latino) presenta un piccolissimo numero di dialetti, di cui i più conosciuti quelli parlati sugli Alti Tatra, al confine con la Slovacchia. Va da sè che quindi slovacco e polacco in qualche modo si somiglino: chi parla una delle due lingue capisce in modo basilare l'altra, soprattutto se si viene dalla zona di confine a est e si parla un dialetto della Polonia del sud o della Slovacchia del nord. Sarà inoltre interessante sapere che i dialetti della Slovacchia orientale somigliano molto più al polacco che al ceco!

(Un cittadino di Poprad -SK- parlerà un dialetto molto più comprensibile per una persona che viene da Zakopane -PL- che per una che viene da Praga -CZ-)


Il ceco e il polacco invece condividono molto meno, soprattutto se non si viene da zone di confine (ad esempio, un abitante di Ostrava capirà più il polacco di un abitante di Praga, proprio a causa della lontananza: non dimentichiamoci che anche il ceco ha i suoi dialetti!).
In conclusione possiamo dire quindi che il polacco sia una realtà a se stante e molto più simile a un'altra lingua facente però parte del blocco più a est, ovvero all'ucraino, ma che, probabilmente anche grazie all'influenza rutena presente in quella zona di confine tra Slovacchia e Polonia, esso sia comprensibile alle orecchie degli slovacchi, meno a quelle dei cechi. Attenzione però ai false friends! Esistono infatti parole che in polacco significano una cosa mentre in slovacco e ceco significano tutt'altro e, tante volte, sono false friends che possono provocare situazioni buffe o imbarazzanti!




Alla fine del post non può mancare una mia considerazione personale. Come ben saprete ormai io sono innamorata dello slovacco, soprattutto di quello dell'est: la musicalità che ha questa lingua non l'ho ritrovata in nessun'altra. Dopo aver passato un periodo lì sono stata in Polonia, e vi posso assicurare che anche da straniera, dopo mesi che si sente parlare solo slovacco, il polacco sembra quasi uguale o comunque, le frasi più basiche, risultano di facilissima comprensione. Quindi riconfermo la mia tesi per quanto riguardi il fatto che slovacco e polacco si somiglino davvero molto. Inoltre, una volta imparato a leggere i digrammi presenti nella lingua polacca, essa non è molto diversa dalle altre lingue slave, lo scoglio è proprio imparare a leggerlo. C'è comunque da specificare che io probabilmente non sempre ho sentito lo slovacco puro, venendo dalla patria della cultura rutena, cosa che potrebbe aver influenzato il mio modo di vedere anche la lingua polacca, essendo la comunità lemko molto presente anche in Polonia ed essendo i dialetti simili, ma questo concetto di somiglianza mi è stato ribadito più volte da persone autoctone.
Il ceco personalmente mi piace, lo trovo davvero diverso dallo slovacco e, sorprendentemente, più facile! Quando leggo semplici testi in ceco capisco solitamente il 60% delle parole e dei concetti senza mai averlo studiato (forse in una vita precedente ero ceca, chissà? ;)) ma, ovviamente, non so replicare come saprei fare il slovacco, quindi è un rapporto di conoscenza molto passivo, probabilmente proveniente dalla mia conoscenza del russo.




In conclusione di tutto, considerando anche le lingue orientali e meridionali, se io dovessi consigliare lo studio di una lingua slava probabilmente sarebbe il polacco, per un discorso di bellezza della stessa (e di somiglianza con lo slovacco), ma anche per un discorso pratico: oggi giorno il russo sta diventando sempre più di dominio pubblico, moltissime università offrono corsi di russo, molti russi sfruttano il loro soggiorno in Italia e l'amore che tanti italiani hanno per la Russia, per impartire lezioni private, mentre il polacco è ancora una lingua sconosciuta che però sta prendendo sempre più importanza a livello lavorativo ed economico, a pari passo con lo sviluppo del Paese stesso, che, lentamente, sta acquistando sempre più potere. Per quanto riguarda le lingue meridionali, potrei consigliarle solo per un puro fattore 'estetico', nel senso che (come tutte le lingue slave) sono molto belle, ma per ora, a meno che la vostra meta non sia la Croazia, i Paesi balcanici non stan subendo uno sviluppo significativo, quindi, a livello pratico e su piano internazionale, secondo me risulta meno utile. Quindi cari lettori, se volete studiare una lingua nuova, il polacco è proprio quella che secondo me, in questo momento, è più proficua! Sarà difficile inizialmente (forse anche per questo molti ne stanno alla larga) ma ne varrà la pena.



Ed eccoci qui finalmente, alla fine di questa serie di post riguardanti le lingue dell'est! Spero possa esservi stato utile oltre che avervi interessati, perchè sicuramente, essendo io un'appassionata, i post a tema linguistico non termineranno qui!

Od vasa Samantocka.





Link utili:

https://slovake.eu/it/intro/language/history;
https://it.wikipedia.org/wiki/Differenze_tra_ceco_e_slovacco;
https://www.buongiornoslovacchia.sk/index.php/archives/32100;
https://en.wikipedia.org/wiki/Polish_language;
https://polish-dictionary.com/history-origin-polish-language;
http://www.pogonowski.com/publications/A_Brief_History/A_Brief_History.php;
https://www.weareteacherfinder.com/blog/czech-polish-slovak-same-language/








Commenti

  1. La lingua cecoslovacca esisteva solo da 1920 al 1948. Questo non significa che queste due lingue erano mescolate, ma da noi era usato il ceco e nella Slovacchia era usata il slovacco. Dopo 1948 non esiste piu' il soggetto tipo "la lingua cecoslovacca", ma solo la lingua ceca e la lingua slovacca.
    Se tu voglia, possa provare di pronunciare questo scioglilingua:
    Tři sta třicet tři stříbrných stříkaček stříkalo přes tři sta třicet tři stříbrných střech. :-)

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    1. Esatto, era proprio quello che cercavo di dire: cecoslovacco è un termine che comprende due lingue diverse, come il termine serbo-croato (sebbene queste ultime siano molto più simili di quanto siano ceco e slovacco). Quella lettera ř mi sto esercitando a pronunciarla, penso sia una delle lettere più difficili che abbia mai incontrato 😅

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    2. Come ti suona ceco rispetto alla slovacca? (francamente detto:-)). E' interessante che tu capisci ceco (60 %), questo non e' poco.

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    3. Ad un primo ascolto sembrano molto simili: se sento un ceco e uno slovacco parlare, da straniera, la differenza non si nota tanto. Se però vado a concentrarmi meglio, sinceramente lo slovacco sembra più morbida come lingua, non so perchè ma il ceco mi sembra più duro come pronuncia :)

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  2. Grazie, sono d’accordo ❗️Lo slovacco è più morbida, noi usiamo “r” duro.

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