Come leggere alcune lettere e digrammi nelle lingue slave con alfabeto latino

Buonasera a tutti lettori! Stasera un post linguistico un po' diverso, nel quale impareremo a leggere certe lettere e certi digrammi delle lingue slave che utilizzano i caratteri latini e non l'alfabeto cirillico.
Mi concentrerò soprattutto su polacco (la lingua che è sicuramente la più difficile da leggere per noi) e su ceco e slovacco, ma sicuramente apriremo una breve parentesi anche sul serbo/croato, tralasciando però lo sloveno (altra lingua con alfabeto latino), in quanto non presenta particolarità troppo ardue da superare.
Alcune lettere di ceco e polacco anche per me non sono perfettamente pronunciabili, mentre quelle slovacche e quelle serbe mi sembrano molto più semplici per gli italiani (forse è anche perchè sono lingue che ho sentito molto e che conosco personalmente, ma io sono pur sempre italiana, e se le ho imparate io può farlo chiunque).


 (Questo è un meme che gioca con le difficoltà della lingua polacca..ai nostri occhi sembra un miscuglio di lettere a caso, ma una volta capito come leggere tutto acquisisce un senso :))

Iniziamo dall'alfabeto slovacco, che tra i tre dell'Europa centrale dell'est è assolutamente quello più semplice. Ovviamente mi limiterò a elencare le lettere che nel nostro non ci sono con annesse le pronunce giuste. 

Partiamo dalle vocali particolari che troviamo qui: 
ä = questa lettera tiene la stessa pronuncia che ha nella lingua tedesca, ovvero è una 'e' aperta, come quella di Erica.

á é í ó ú ý = nella lingua scritta slovacca gli accenti sono davvero moltissimi, tant'è che ci sono davvero pochissime parole dove non sia presente una di queste vocali accentate. Tuttavia, a differenza che nell'alfabeto italiano, queste sono delle vere e proprie lettere a se stanti, diverse da a,e,i,o,u e y. Pertanto, quando incontrate una di queste vocali accentate, la pronuncia di esse è allungata rispetto a quella delle vocali normali. In ogni caso, quando si fa un discorso in slovacco e si parla velocemente, questa differenza tra vocali accentate e quelle non accentate non si nota così tanto, a meno che queste non siano alla fine della parola (ad esempio, nella parola dobrý, dove l'accento sulla y allunga di mezzo secondo la parola stessa e le da una cadenza particolare). Se vi steste chiedendo quale sia la differenza tra la i e la y accentate è semplicemente che la pronuncia della y è leggermente più cupa di quella della i, ma per spiegarvi l'intera regola grammaticale su quando va usata una piuttosto che un'altra mi servirebbe tutta la sera e andremmo fuori tema; se siete interessati ci sono dei siti in italiano che comunque spiegano questa differenza in modo preciso.  

ô = questa lettera si legge semplicemente come la 'uo' di uovo.

Passiamo quindi alle altre consonanti particolari dell'alfabeto:
c = questa lettera equivale alla doppia 'z', ad esempio della parola tazza. 
č = questa è la nostra semplice 'ci' morbida, quella di cielo. 
ď ľ ť = queste van tutte nella stessa categoria in quanto l'apostrofo sta a indicare che queste consonanti diventano morbide. In italiano non esiste la corrispondente a queste consonanti, vi basti sapere che per rendere la pronuncia si deve semplicemente pronunciare una specie di 'i' breve subito dopo la lettera. 
dz = questo digramma è semplicemente un'unione delle lettere 'd' e 'z'...in questo modo si ottiene la pronuncia di una 'z' debole.
= qui invece si ha un'unione della 'd' e la 'ž', quindi una 'gi' morbida molto simile a quella della parola inglese jam (marmellata). Nel nostro alfabeto non esiste e anche io faccio fatica a pronunciarla a dir la verità. 
ch = la pronuncia è quella di una 'h' aspirata. 
ĺ = qui abbiamo una 'l' con accento acuto, e, come i segni delle vocali che abbiamo visto in precedenza, anche qui questo accento ha la funzione di allungare il suono della lettera. 
ŕ = anche qui ritroviamo l'accento, che questa volta ha la funzione di far diventare più duro il suono della 'r' (oltre che ad allungarlo), che equivale a quella della nostra parola carrello.
š = questa è la semplice 'sc' della parola scii. 
ň = questa lettera equivale alla nostra 'gn' di gnomo. 
w = ho deciso di inserire anche la 'w' per dire semplicemente che non ha alcuna differenza con la lettera 'v', sebbene io abbia notato che (almeno a est) la 'v' a volte diventa quasi muta e si trasforma in una specie di 'u' (ad esempio, una mia amica si chiama Ivka, che però si pronuncia 'Iuka')
ž = questa è l'equivalente della 'j' francese di bonjour. 

(Alfabeto slovacco completo; in questo modo vedete anche le lettere maiuscole)

L'alfabeto ceco, come potrete intuire, non differisce moltissimo da quello slovacco essendo le due lingue davvero molto simili, ma ci sono comunque delle lettere che han pronunce particolari e che andiamo quindi a esaminare. 
Anche nella lingua ceca troviamo le vocali accentate già citate nell'alfabeto slovacco, dunque non le riprenderemo in considerazione. Oltre a quelle troviamo poi: 

ě = si pronuncia 'je' e fa diventare morbide le consonanti che la precedono; nel caso in cui a precederla sia la lettera 'm', la pronuncia di questo digramma sarà 'mgne' e non 'mje' come si potrebbe pensare. 
ů = questa lettera ha pronuncia identica alla ú, tuttavia essa si trova esclusivamente al centro delle parole, mai all'inizio, dove appunto può esserci solo quella con l'accento atono. 

Per quanto riguarda le consonanti, nell'alfabeto ceco avremo molte meno particolarità che in quello slovacco. Il ceco ha in comunque con lo slovacco solo le consonanti particolari: č ď ň ť š ž ch e la pronuncia della 'c' come doppia 'z', ed in più ha anche la lettera più difficile da pronunciare, ovvero la ř, ovvero una pronuncia mista a una 'r' dura e una 'j' francese. Questa lettera è difficilissima da apprendere ed è addirittura l'ultima, secondo gli studi, che i bambini cechi madrelingua imparano a pronunciare! 

(Alfabeto ceco completo)



Ma se la pronuncia di questa 'r' mista alla 'j' sembra assurda, l'alfabeto polacco, come premesso, contiene una lista infinita di lettere e sillabe che a noi italiani risultano completamente assurde. 
Partiamo come sempre dalle vocali...

ą = questa 'a' si pronuncia come una 'o' leggermente nasale, un po' come nella parola francese mon (devo prendere il francese come esempio perchè in italiano questa pronuncia non esiste). 
ę = anche la 'e' con la codina ha una pronuncia nasale, in questo caso assomiglia molto alla pronuncia 'en' della parola francese fin, quindi risulta una 'e' nasale. 
y = la 'y' va inserita in quanto sebbene non presenti particolarità va distinta dalla 'i' per la sua pronuncia leggermente più gutturale e dura (un po' come avveniva nell'alfabeto slovacco). 
j = anche qui nulla di particolarmente strano, semplicemente la 'j' differisce dalla 'i' e dalla 'y' perchè è più morbida nella pronuncia, possiamo paragonarla a una 'gl' ma non così marcata come è nella lingua italiana. 
ó = questa 'o' accentata ha lo stesso suono della 'u'. 

Passiamo dunque alle consonanti, che presentano delle difficoltà veramente pesanti per noi italiani, in quanto molte lettere risultano al nostro orecchio praticamente uguali...

ć = questa 'c' accentata è presente anche in altre lingue slave, e, a parer mio, è una delle lettere più ardue da pronunciare in quanto è molto simile alla nostra 'ci' di ciao, ma è un po' più morbida (ricordo che la C priva di accendo corrisponde alla nostra 'z', se seguita dalla vocale 'i' però è come se prendesse questo accento). 
ł = questa è la mia lettera polacca preferita in quanto dopo mesi di allenamento finalmente sono in grado di pronunciarla quasi perfettamente; la 'l' barrata è una lettera muta, molto simile a una 'w' inglese come quella della parola well. 
ń = la 'n' con accento invece corrisponde alla 'gn' di gnomo. 
ś = anche questa 's', come la 'c', è complicata da pronunciare per lo stesso discorso: è molto simile alla 'sci' di 'sciame' ad esempio, ma è più leggera, meno calcata. 
w = cito questa lettera che corrisponde alla 'v'; quest'ultima di fatti, nell'alfabeto polacco, non esiste. 
z = corrisponde alla nostra 's' di rosa, ma se seguita da una 'i' diventa una 'j' francese di bonjour. Ed ecco che ci addentriamo in un discorso dolente...la pronuncia di queste 'z' infatti per me rimane un dilemma senza soluzione, in quanto al mio orecchio risultano esattamente uguali. 
ź = questa 'z' accentata corrisponde esattamente alla 'j' di bonjour ed è quindi pronunciata in modo morbido e poco calcato. 
ż = quest'altra 'z' con il puntino sopra invece è una 'j' più calcata, che diventa più simile alla pronuncia della 's' nella parola inglese pleasure. 

Ma la difficoltà nel leggere il polacco sta nell'interpretare i suoi digrammi che ora andiamo a vedere insieme:

ch = già visto e rivisto in precedente il 'ch' indica una 'h' aspirata. 
cz = la 'c' seguita dalla 'z' è la 'ci' della nostra parola cielo.
dz = questo digramma corrisponde alla nostra 'z' di zanzara, ma se seguito dalla 'i' diventa una 'gi' morbida come quella di gioco. 
= anche questo duo di lettere diventa una 'gi' morbida corrispondente a quella di gioco, ma lo fa con indipendentemente da ciò che lo segue. 
= la 'd' seguita dalla 'z' col puntino invece è leggermente diversa perchè rappresenta un suono più calcato della 'gi' morbida, sebbene sinceramente non saprei a cosa paragonarlo nella nostra lingua. 
rz = qui abbiamo invece un suono pressochè uguale della 'r' accentata ceca, quindi un misto di 'r' e 'j' francese, anche questa per noi impronunciabile, come già detto sopra. 
sz = infine abbiamo questo digramma che è una semplice 'sci' profonda, come quella che abbiamo in sciarpa. 

Che dire insomma, se volete avventurarvi nell'apprendimento del polacco avrete una bella gatta da pelare già in partenza, dovendo imparare questo alfabeto! Ma dopo una sola spiegazione vedrete che se andate a prendere la foto che abbiamo postato all'inizio, forse ora riuscirete a dare un senso alle parole scritte, provate per credere ;)

(Alfabeto polacco completo)


Infine andiamo a esaminare l'alfabeto serbo latino, che presenta meno difficoltà di quelli appena visti. 
Non esistono vocali particolari in questo alfabeto, quindi passiamo solamente alle consonanti e ai digrammi.
Č = equivale alla 'ci' che abbiamo già visto in precedenza con l'alfabeto slovacco, quindi a quella della nostra parola cielo (anche qui la C normale equivale alla 'z' di tazza). 
Ć = ecco qui di nuovo la 'c' accentata che troviamo nel polacco; come già spiegato prima è la 'ci' di ciao ma meno calcata; questa è la lettera con cui la maggior parte dei cognomi balcanici termina e che noi pronunciamo erroneamente come la č. 
Đ = questa lettera corrisponde alla 'gi' di giorno. 
= ed ecco un digramma che abbiamo visto anche nell'alfabeto slovacco e che da noi non esiste, ovvero quello che corrisponde alla 'j' della parola inglese jam. 
Lj = qui abbiamo una 'l' seguita dalla 'j' che semplicemente ammorbidisce la consonante e la fa pronunciare come una 'gl'.
Nj = come sopra, la 'j' fa diventare la 'n' una 'gn'. 
Š = ormai vista e rivista, è la corrispondente alla nostra 'sci' di sciarpa. 
Z = come nel polacco, questa è la nostra 's' della parola rosa. 
Ž = ed infine, un'altra lettera già vista che corrisponde alla 'j' francese di bonjour. 

(Parte dell'alfabeto serbo/croato)

Insomma, dopo aver visto quanto è difficile scrivere le lingue slave utilizzando i caratteri latini penso che sarebbe una benedizione se queste lingue adottassero l'alfabeto cirillico, l'unico fatto apposta appunto per traslitterare al meglio i suoni di queste lingue, sebbene penso che questo non avverrà mai (tranne per quanto riguarda il serbo che li utilizza entrambi). 
Come sempre spero di avervi portato dei contenuti interessanti e che magari possano invogliarvi a studiare una di queste bellissime lingue. 

Od vasa Samantocka. 






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