Cinerussia: Lilja 4-ever, storia di una gioventù sognatrice e bruciata post sovietica

 Buongiorno a tutti lettori, 

Premetto che vi scrivo questo post con la pesantezza nel cuore, non so nemmeno perchè, ma il film di cui andiamo a parlare oggi (che io ho visto ieri sera) mi dà ancora sensazione di spossatezza e un po' di malinconia. Decido tuttavia di scrivere un post a riguardo perchè, come sicuramente ripeterò anche dopo, questo è un film raro nel suo genere e secondo me che vale assolutamente la pena vedere. 

Lilja 4-ever (chiamato in russo Lilja navsegda, letteralmente "Lilja per sempre"), è un film di genere drammatico uscito nel 2002 (è relativamente vecchio, non mi stupirei se qualcuno di voi l'avesse già visto), diretto dal regista svedese Lukas Moodysson e con protagonista l'attrice russa Oksana Akin'shina. Come per il film Raccolto Amaro, anche qui non abbiamo un regista slavo, tuttavia vale la pena parlarne perchè il film riguarda una realtà estremamente est europea, ovvero quella subito post-sovietica, oltre ad essere ambientato in ex URSS ed essere interpretato in russo per la maggior parte della pellicola. 

Altra precisazione: inserisco il film nella categoria cinerussia perchè legato più a questo mondo, sebbene, come vediamo ora, il film sia ambientato altrove. 




Lilja è una sedicenne che vive in una periferia dell'Estonia. L'URSS è caduta e si è disgregata solo da qualche tempo, lasciando ogni ex repubblica nel degrado e nella disperazione più totale, dove tutti sognano solamente di fuggire all'estero per una vita migliore. 

Lilja fa parte di questa categoria di persone e le si presenta l'occasione d'oro quando sua madre, una donna single, trova su un sito di incontri Sergej, uomo russo che vive in America. Tuttavia, la madre le comunica che inizialmente saranno solo lei e il nuovo fidanzato a partire, mentre Lilja sarebbe partita solo in un secondo momento, lasciando la giovane alla cura temporanea di una zia vecchia, povera e scorbutica. 



Per non prendersene troppo cura, la zia piazza la sedicenne in un appartamento minuscolo di un vecchio morto poco tempo prima, dove la ragazza inizierà a fare festini con gli amici, tra sigarette, alcol e droghe, a fregarsene della scuola e a vivere una vita da ragazzina sregolata, assieme ad amici altrettanto abbandonati a loro stessi. 

I soldi iniziano a non bastare più nemmeno per vivere e la madre di Lilja sembra essere sparita per sempre, così la ragazza, insieme alla migliore amica, cerca vari modi per racimolare denaro, sfruttando anche la prostituzione, andando con uomini ricchi e occidentali trovati nei locali a fare la bella vita. Questo la porterà anche a perdere varie amicizie, in quanto la sua reputazione inizierà ben presto a precederla. 



Lilja sembra baciata dalla fortuna una seconda volta quando, tornando a casa dopo una serata, trova Andrej, un giovane e bellissimo ragazzo che la accompagna a casa e che si innamora di lei. I due iniziano a uscire insieme e a frequentarsi, quando lui, a un certo punto, le rivela che in realtà vive in Svezia, un Paese dipinto come una nuova America, in cui i soldi girano e in cui vi è opportunità di cambiare la propria vita per sempre. Lilja accetta con entusiasmo l'idea di Andrej, ovvero quella di potersi trasferire lontano dal degrado estone post-sovietico, ritrovandosi così a partire per la Scandinavia. 

Purtroppo però, Lilja si renderà ben presto conto che la vita all'estero non è come si immaginava, finendo in un giro di mafia, bugie, sfruttamento e a fare una vita terribile, una vita che, sperava, avrebbe abbandonato per sempre. 




Ho cercato di spoilerare il meno possibile, rendendo però questa pellicola invitante e cercando di far comprendere la crudezza e la bassezza del mondo che la protagonista vive e che il regista vuole trasmettere. 

Come sempre, ripeto che io non sono una critica cinematografica e che consiglio il film da un punto di vista puramente di interesse culturale. Perchè Lilja 4-ever vale la pena di essere visto? 

Perchè, semplicemente, descrive una realtà di cui tante volte si sente parlare, ma che solo chi l'ha vissuta conosce, ovvero quella del diretto post-URSS. Quante volte in occidente si sente dire "Eltsin ha rovinato la Russia"? O "In URSS si stava bene, dagli anni '90 in poi è iniziato il declino"? 

Be', io l'ho sentito tante volte questo discorso, e questo film, attraverso gli occhi di una adolescente, può farci capire cosa si intende con queste affermazioni. Il film si svolge in una periferia e la prima cosa che ci salta all'occhio è l'ambientazione: tetra, cupa, cittadine composte da solo grigio e palazzoni enormi di cemento mezzi distrutti e abbandonati, un ambientazione che, girando in alcune zone periferiche dell'ex URSS, ancora oggi possiamo ritrovare (a me ricorda molto la periferia di Chisinau, ad esempio). 




La seconda cosa che ci balza all'occhio sono i discorsi sull'estero. I primi dialoghi che aprono il film sono infatti della protagonista che comunica, vantandosi, agli amici che lei se ne sarebbe andata negli Stati Uniti, cosa che sentiamo ripetere per buona parte del film. La speranza di lasciare il mondo est europeo ex comunista, da cui precedentemente era difficile uscire, il desiderio di uno stile di vita ricco e su modello occidentale era molto frequente durante gli anni '90 in quelle zone, e spesso e volentieri si rincorreva attraverso siti ed agenzie matrimoniali, dove le donne (come la madre della protagonista) cercavano disperatamente di agganciare qualche uomo con una posizione decente e che già vivesse fuori e che le aiutasse a raggiungere questi scopi. Oggi in eredità abbiamo ancora i vari siti di agenzie matrimoniali che presentano donne ucraine, siberiane o moldave, nonchè lo stereotipo duro a morire che le donne dell'est vengano in occidente cercando uomini che le mantengano, tuttavia sono un appiglio molto più debole di quanto potessero essere in passato. 




Terzo aspetto è la descrizione della vita dei giovani. Con la caduta dell'Unione Sovietica, si ricostituì il capitalismo e si assistette a un crollo del mercato del lavoro: nel film vediamo dei casali enormi abbandonati, ex fabbriche in cui quasi tutti i genitori dei protagonisti del film lavoravano fino a pochi anni prima, ma che con la fine del comunismo furono costretti ad abbandonare e a cadere in questo vortice di povertà e grettezza, dove o si cercava una vita all'estero oppure si piangeva sulla propria miseria, ubriacandosi e sprofondando nel degrado. Questo film ci butta indietro nel tempo, mostrandoci la classe sociale operaia e misera che, senza la speranza di un futuro altrove, non può far altro che rimanere incastrata nella melma in cui è e sprofondare. Purtroppo però, non solo questo si rivolta sugli adulti, bensì anche sui figli. Spesso ci chiediamo perchè negli anni '90 ci fu un boom in Russia o in Ucraina di orfanotrofi, pieni di ragazzini e bambini in cerca di famiglia, be', qui troviamo la risposta.



Lilja vive sola, abbandonata a sè, ma non è l'unica: molti dei suoi amici vediamo essere in una situazione simile, con genitori poveri e violenti che si ubriacano tutti i giorni, sbattendo figli minorenni fuori di casa senza motivo, genitori che rinunciano alla patria podestà per vivere meglio senza troppe rotture e rifarsi una vita altrove...insomma, vediamo un'intera generazione di giovani abbandonata da adulti che, ormai poveri, non sono in grado di badare a loro, nè economicamente nè tanto meno psicologicamente. La caduta dell'URSS a questi operai ha tolto tutto il poco che avevano, lasciandoli senza nulla. E allora i giovani, soli e allo sbando, li vediamo menefreghisti, interessati solo alla vodka, alle sigarette e alle droghe dei poveri, come la colla, a fare soldi facili vendendo vecchi cimeli di guerra che ormai non hanno nemmeno più un valore simbolico o tramite servizi ai forestieri, con sogni troppo grandi per essere realizzati davvero. 




Il quarto e l'ultimo aspetto, che è quello su cui si basa tutto il film, è l'effettiva vita all'estero, che purtroppo non è mai come quella sognata nella bettola delle periferie sovietiche anni '90, tra l'altro un aspetto molto più attuale di quel che si possa pensare. Tante, troppe volte donne e bambini (oggi giorno anche uomini in età adulta) arrivano da Paesi più poveri nelle realtà occidentali tramite traffici illegali di esseri umani per svolgere lavori legati alle mafie locali, e durante l'epoca post-sovietica questo accadeva più spesso di quanto si possa pensare. Lilja è solo una sedicenne con tutta la vita davanti e, per quanto viva in una realtà terribile, con una mente ancora in grado di sognare un futuro migliore per se stessa, tanto da buttarsi a capofitto e non riflettere su proposte che, ad un primo momento, sembrano oro ma che in realtà nascondono lati mostruosi. Lilja è solo un esempio, un personaggio di fantasia che di fantastico e irreale nasconde ben poco, perchè racconta una storia inventata che è però stata realtà per tantissime ragazze dell'est Europa post comunista. 




Volendo evitare di spoilerare di più (potrei scrivere altre mille e mille cose e riflessioni su questo film) termino qui il post, dando le solite informazioni generali: il film dura circa 1.45 h ed è reperibile sia in italiano che in inglese. Non è, ovviamente, adatto ad un pubblico di persone sotto i 14 anni. 

Spero veramente di avervi invogliato a guardarlo perchè mostra uno sprazzo di una realtà un po' sconosciuta e, come dicevo, uno dei pochi di questo genere. 


Od vasa Samantocka 




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