Impariamo le lingue slave! Quali sono le difficoltà maggiori per uno studente italiano?

Buongiorno a tutti lettori!

Oggi post sulle lingue slave. Se mi seguite da un po', penso che sappiate che io, pur essendo nata e cresciuta in Italia, conosca varie lingue slave, sia in grado di comprenderne e di parlarne più di una. Questo, ovviamente, deriva sia dalle mie esperienze di studio che di vita: parlo infatti il russo, perchè ho studiato questa lingua tre anni e ho vissuto in Russia tre mesi, comprendo e parlo (poco) lo slovacco perchè ho vissuto e lavorato in Slovacchia e sto iniziando a studiare il serbo, lingua che già comprendo a sufficienza e in cui so esprimermi, perchè è la lingua del mio ragazzo. Conoscendo, bene o male, queste tre lingue, sono in grado di comprendere discorsi o scritti basilari in tutte le altre lingue slave, arrivando alla neolingua interslava.




La mia intelligenza linguistica, indubbiamente, è piuttosto sviluppata (non lo dico per vantarmi, ma conosco molte persone slave native che non riescono a comprendere nulla di altre lingue molto simili alla loro...un po' come alcuni italiani han difficoltà nel capire lo spagnolo, mentre altri non fanno quasi alcuno sforzo), eppure riconosco che esistano degli steps, qualora una persona italiana decida di studiare queste lingue, un po' ostici, con cui anche io ho, ovviamente, avuto a che fare e che, sorprendentemente, sono presenti in tutte le lingue di questo ceppo, dallo slesiano al russo!

Cerchiamo di capire insieme quali siano e di capire come trovare una soluzione, rendendo lo studio meno palloso e difficile, cosa che faremo un po' qui e più approfonditamente in un secondo post. Impararle è possibile, ci si deve semplicemente mettere in un'altra ottica.




1. STRUTTURA GRAMMATICALE, DALLE DECLINAZIONI AI TEMPI VERBALI

Come possiamo ben immaginare, la grammatica dell lingue slave è diversa. La prima cosa che balza all'occhio (soprattutto se avete studiato il francese o -peggio- il tedesco) è che non esistono articoli da studiare a memoria. Facciamo pure un tiro di sollievo, perchè imparare der-die-das e capire che in tedesco la porta è il porta, e il municipio diventa la municipio è stato stressante per tutti. Tuttavia...esistono i casi e le declinazioni, che sostituiscono questa immane rottura di scatole, che per una persona proveniente dai Paesi neolatini suonano famigliari solo se hanno avuto a che fare con il latino. Ebbene si, nelle lingue slave abbiamo genitivo, dativo, strumentale, locativo, accusativo, vocativo...una serie di casi che legano le parole tra loro, cambiandone il significato. Ogni caso ha, ovviamente delle declinazioni, che variano a seconda dei tre generi (maschile, femminile e...neutro!) e a seconda di ostiche eccezioni, da imparare a memoria.
Altro tiro di sollievo possiamo farlo per quanto riguarda i tempi verbali: dimentichiamo passati, trapassati, congiuntivi imperfetti ecc...nelle lingue slave, i tempi verbali, sono tre. Semplici, puliti e veramente facili da imparare...ma il pericolo si nasconde dietro l'angolo! Perchè in queste lingue i verbi hanno una dualità, ovvero, la maggior parte dei verbi è composta da una coppia con lo stesso significato e sfumatura diversa. Prendiamo il verbo piti, che significa bere in serbo, ma anche popiti (la sua coppia) significa bere; pisat' (in russo, traslitterato) significa scrivere ma anche napisat' ha lo stesso significato...e se dicessi podpisat'? E allora, quale usare quando?
In queste lingue, infatti, non è vero che non esistano vari tempi verbali: essi esistono, ma si creano in modo diverso, ed ecco allora che escono i famosi aspetti del verbo, perfettivo e imperfettivo, due aspetti dello stesso verbo che, però, sottointendono sfumature e tempistiche diverse, dal momento dell'azione, alla durata di essa e via dicendo. Inoltre (come accade anche in italiano) aggiungendo suffissi e prefissi, il significato del verbo può cambiare totalmente: prendiamo pisat' e podpisat', di cui il primo significa semplicemente scrivere, mentre il secondo firmare, cambiando con la particella pod- completamente significato. L'aggiunta dei prefissi, soprattutto in russo, crea una delle difficoltà maggiori, ovvero quella dei famigerati verbi di moto, dove una u-, una v- o una s- posta prima del verbo (uchodit', vchodit', schodit', ad esempio, con il verbo base chodit' = uno dei molti verbi che significano andare) può cambiare completamente il senso alla frase.
Insomma, la grammatica è davvero molto diversa da quella neolatina in generale (questi sono gli esempi più lampanti, ma ce ne sono davvero molti, più o meno terribili) e, se per alcuni aspetti può sembrare semplice, per altri diventa un incubo, ma dal quale, comunque, ci si può svegliare.


(Spero mi perdonerete: la bandiera polacca qui è errata, il bianco dovrebbe stare sopra ma non è una foto mia)


2. L'ALFABETO, TRA CIRILLICO E DIGRAMMI ILLEGGIBILI

Quando ci mettiamo nell'ottica di studiare una delle lingue del ceppo slavo, entriamo a contatto con un metodo di scrittura totalmente diverso. Parliamo, senza dubbio, dell'alfabeto cirillico, presente in ben otto idiomi slavi. Ovviamente questo è uno scoglio inevitabile, ma non così terrificante: se iniziate a studiare una delle lingue con l'alfabeto cirillico, infatti, farete lezioni e compiti a casa solo su quello, e saranno le prime e basilari lezioni. Avrete una sorta di abecedario su cui allenarvi con ogni lettera dell'alfabeto, proprio come si faceva alle elementari per imparare a scrivere. Dopo settimane di allenamento, inizierete già a scrivere in corsivo più o meno accettabile, niente paura! Ma...anche qui troviamo un ma. Perchè se pensate che una volta imparato il cirillico capirete tutti i caratteri esistenti, vi sbagliate di grosso! Di fatti, ogni Stato che usa questa scrittura, ha caratteri comuni e diversi tra loro, ad esempio: il cirillico russo e quello serbo sono diversi tra loro, quello macedone e ucraino idem, così come quello bulgaro e rusino. Insomma, dalla Grecia all'estrema Siberia, il cirillico muta, assumendo caratteri differenti, ma questo è più un problema di chi punta a studiare più lingue slave...se voi siete interessati a una di esse, imparare il cirillico sarà semplice, anche perchè con esso non esistono accenti!
Tuttavia, esistono altre simpatiche lingue che, pur utilizzando il comodo alfabeto latino, presentano delle rotture di scatole maggiori del cirillico. Parliamo, in particolare, di slovacco, ceco e polacco, ma anche di sloveno e croato.
Le lingue della Slavonia centrale, infatti, presentano una serie di accenti, digrammi, lettere apostrofate, lettere che si pronunciano in ugual modo ma che sono diverse, alcuni esempi sono: a-à, sz, cz, y-i, ľŕšżň...per quanto riguarda questi alfabeti, potrete trovare interessante questo post, dove vi mostro quel che voglio intendere. Imparare a leggere e scrivere questi caratteri è, ovviamente, difficoltoso, ma non possiamo comunque farci buttare giù dall'alfabeto! Dopotutto, è una pura questione di allenamento!




3. LA PRONUNCIA: LETTERE DURE, PALATALI, MORBIDE E SIBILANTI

E dopo aver parlato della grammatica e della forma, passiamo alla fonetica basica, molto diversa da quella italiana (ho deciso di non trattare di lessico perchè è OVVIAMENTE differente, essendo lingue diverse).
La pronuncia, che a primo impatto può non sembrare così terribile, nasconde invece delle belle trappole: esistono infatti molti suoni che, alle nostre orecchie, non presentano quasi differenze, ma che alle loro si, eccome. Un esempio possono essere la Ć e la Č serbe, che a noi risultano, a primo impatto, la stessa c di cielo. Altro problema di fonetica sono le lettere palatali, che in italiano non sono presenti, ovvero tutte quelle lettere che sono apostrofate (o, nel caso dell'alfabeto cirillico, seguite dal segno debole), di cui l'apostrofo indica proprio la pronuncia dolce della lettera: allora la l' diventa una specie di lj, la n' una sorta di nj, ma esistono anche r', t', p', insomma, quasi tutte le consonanti, nelle diverse lingue, possono essere o meno palatalizzate, e per un italiano, palatalizzare una r o una labiale (come p e b) non risulta molto semplice.
Altro problema di pronuncia sono gli accenti che, fatta eccezione per ceco e slovacco (dove imparare a leggere la parola accentata correttamente e soprattutto a scrivere con gli accenti al posto giusto è già difficile), non esistono scritti: questo fa sì che al primo tentativo, beccare la pronuncia giusta di una parola, sarà quasi impossibile, tanto più perchè esistono lingue, come quella russa, dove le vocali non accentate cambiano...la e diventa je, la o diventa a e via dicendo, creando ancor più confusione. Insomma, le varie , zź o sz ci gettano in un vortice di gran confusione, ma non dobbiamo farci scoraggiare! L'ascolto della lingua d'interesse, infatti, aiuta in pochissimo tempo a famigliarizzare con queste differenze noiose.





Bene, ora che ci siamo terrorizzati abbastanza, potreste aver voglia di chiudere il vostro libro di bulgaro per sempre o di non iniziare mai a studiare il tanto desiderato sloveno, tuttavia io sono qui per dirvi di non scoraggiarvi per nulla (detto da una che parla, studia e comprende bene o male tre di queste lingue, penso che possiate fidarvi abbastanza), perchè in primo luogo, lo studio di un'altra lingua è sempre difficoltoso, anche di quelle che possono sembrarci facili, come lo spagnolo o l'inglese. In secondo, perchè la lingua non è solo teoria e non si studia solo sui libri, ma anche vivendo, parlando, ascoltando TANTO (cosa che molti trovano noiosa, erroneamente), trovando occasioni per esercitarvi...tutte cose che velocizzeranno il percorso di apprendimento della lingua che vi interessa: io il serbo che conosco l'ho imparato al 90% stando con i serbi e ascoltandoli parlare, non ho nemmeno un libro di grammatica a casa, e sto dando precedenza al lessico più che alle regole! Eppure i pochi serbi con cui parlo mi comprendono e io li comprendo, questo è l'importante al momento.
In poche parole, vi voglio dire che quello che sentite dire sulle lingue slave è vero: sono complesse per un italiano, ma non dovreste assolutamente farvi abbattere e, anzi, dovreste trovare i metodi migliori per sconfiggere questi ostacoli, che esistono e sono molti e divertenti.




Nel prossimo post, vi porterò quindi una serie di tecniche che io ho usato (e utilizzo tuttora) da accompagnare allo studio mnemonico, che vi faranno apprendere, in modo sia attivo che passivo, la vostra lingua slava.
Spero che questi post, in cui mischio la mia passione per le lingue e la mia professione (dato che io sono un'insegnante vera e propria) vi possano piacere e interessare!

Buona serata e buono studio,

od vasa Samantocka









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