5 curiosità sulla Vojvodina

Buonasera a tutti lettori!
Avete passato bene le feste? Io si, anche se qui, ovviamente, il vero Natale deve ancora venire, tuttavia, ho assistito a una bella festa di matrimonio (di cui parlerò più avanti) e attendo con ansia la festa che faremo il 31 Dicembre. La neve non si è ancora vista purtroppo.

Oggi vorrei parlarvi della Serbia, e nello specifico, proprio della regione Vojvodina, in cui mi trovo ora e in cui ho vissuto l'anno scorso, che è la zona in cui vive la famiglia del mio ragazzo. Dovete infatti sapere che la Serbia, in realtà, è abbastanza grande e variegata, e che esistono delle differenze chiare a seconda della zona in cui ci troviamo. A Gennaio, prima di tornare a casa, farò una visita alla capitale, Belgrado, quindi per la prima volta uscirò dalla "mia" regione, ma per ora questa terra è quel che più conosco della Serbia e, piacendomi molto, ho deciso di parlarne un po' di più.







1. UNA RICCA REGIONE AUTONOMA

La prima cosa da sapere sulla Vojvodina, è che essa è una regione autonoma della Serbia, con un proprio equilibrio politico ed economico, proprio come il Kosovo. A differenza di quest'ultima, però, la Vojvodina si trova nell'estremo nord, confinando con Croazia, Romania e Ungheria; inoltre è la regione più ricca della Serbia stessa. Il benestare di questa bellissima zona deriva in maggioranza dall'agricoltura (tanto che veniva chiamata il granaio della Jugoslavia), in buona parte dall'industria e solo in parte minima dai soldi che mandano le persone emigrate nel resto del mondo. Forse a noi, vedendola da fuori con le sue case enormi di campagna e i tetti storti, con le sue persone scalze che raccolgono le prugne e i pomodori, può sembrare una zona povera, ma la realtà è ben differente!


(Questa foto è chiaramente provocatoria, in cui si dice Vojvodina non è Serbia, ma, ovviamente, come in tutte le regioni autonome esistono anche i separatisti)




2. SERBIA O UNGHERIA??

Secondo aspetto interessante, che differenzia la Vojvodina dal resto della Serbia, è la sua storia un po' differente. Quando vedete i cartelli di ingresso nelle città, potete infatti notare una cosa particolare, ovvero il fatto che i nomi siano scritti prima in serbo (cirillico e latino) e poi in ungherese. Questa cosa accade perchè in Vojvodina parte della popolazione parla anche ungherese, complice la vecchia dominazione magiara. Sappiamo, dai reperti archeologici, che addirittura durante l'impero romano la zona di Backa (una delle tre sotto-regioni, le altre sono Banato e Sirmia) era già popolata da una tribù chiamata Iazyges, la stessa che si stanziò anche in Ungheria e dalla quale nasce il popolo ungherese. Andando avanti coi secoli, la Vojvodina venne invasa dalle popolazioni slave dell'est, per poi passare sotto il dominio ungherese, prima durante il X Secolo e poi (sotto quello austro-ungarico) nel XVII fino alla fine della Prima Guerra Mondiale. In conclusione, possiamo dire che a differenza del resto dei Balcani, la regione in questione stette sotto il dominio ottomano un solo secolo (1500-1600 ca), ma per il resto condivida di più con l'Europa centrale che con quella a cui appartiene.


(L'ultima scritta è in ungherese)



3. CASE VERDI E CASE BLU

Questo aspetto è da ricollegare al precedente, in cui ho scritto che parte della popolazione della Vojvodina parli la lingua ungherese e sia, di fatto, discendente da questa Nazione. Non so se questo aspetto esista anche nelle cittadine, ma nelle campagne è possibile notate che alcune case siano colorate di verde e altre di blu. La scelta dei due colori non è casuale: se vi trovate di fronte a una casa verde, significa che probabilmente chi ci vive sia di famiglia ungherese, mentre se la casa è blu, allora la famiglia è, quasi sicuramente, slovacca. Già in questo post, avevamo parlato di come in questa zona serba gli slovacchi pullulino, proprio a causa della condivisione dello stesso impero dominante austro-ungarico, che ha permesso loro di muoversi liberamente verso sud. La Vojvodina, parlando più generalmente, è una delle regioni più miste e tolleranti della Serbia, in cui vi sono circa 23 etnie differenti, le più presenti quella serba (al 70% ca), seguita dalle due sovra citate, quella rutena e quella rom, ma non mancano anche rumeni, croati e tedeschi. Rari sono gli episodi in cui una di queste etnie venga discriminata da quella dominante, proprio perchè la mescolanza esiste da secoli, e da secoli si ha imparato a vivere pacificamente.






4. UN PARADISO NATURALE

La prima cosa che mi colpisce, non appena varco la soglia della Vojvodina con il pullman che utilizzo per venire qui in Serbia, è il parco naturale di Fruska Gora. Questo parco è una riserva protetta che si estende per più di 25.000 ettari di terreno, tutto leggermente montuoso e ricoperto da alberi altissimi, dove poter fare passeggiate e ammirare la natura incontaminata. Al di là di questo parco bellissimo (ricoperto di neve è davvero spettacolare), la regione conta anche altri elementi naturali piacevoli, tra cui il fiume Danubio (Dunaju, Dunav, Danau, come più vi piace chiamarlo), che la percorre da nord a sud, i laghi, tra cui quelli di Luda e Carska Swamp, che sono stati dichiarati patrimonio dell'UNESCO, il deserto Obedska Bara, la distesa sabbiosa e "morta" più grande d'Europa, e alcuni siti termali. Inoltre, come abbiamo detto poco sopra, la zona si basa prevalentemente sull'attività agricola, per ciò possiamo dedurne che tutta la regione sia incredibilmente fertile.





5. NOVI SAD, CAPITALE DELLA CULTURA

Ultimo aspetto curioso è quel che riguarda la città di Novi Sad, che può essere considerata la capitale della Vojvodina. La città in questione, che ho visitato l'anno scorso, che visiterò tra un paio di giorni assieme a un mio amico siberiano che viene a trovarmi qui da Belgrado, e che vedo di passaggio ogni volta che arrivo e parto, si trova nel distretto di Backa ed è stata costruita sul fiume Danubio. Una volta conosciuta come Petrovaradin (in ungherese Petervarad), ha subìto, ovviamente, la storia della Vojvodina intera che ho descritto poc'anzi, ed è stata un baluardo della lotta sanguinaria contro gli ottomani durante l'invasione, mentre durante il regno asburgico veniva considerata l'Atene serba, perchè vista come la città dei serbi che, allora, non avevano una vera e propria terra dove stare.
Novi Sad, fin dalla sua costituzione, è stata dichiarata la città libera, in cui ogni religione presente poteva essere professata, di fatti si trovano chiese cattoliche, ortodosse, protestanti e perfino una sinagoga, oggi si è insediata anche una comunità islamica. Sono presenti centri culturali di diverse etnie, varie facoltà scolastiche, un teatro nazionale e tantissime altre costruzioni e luoghi storici fondamentali che han fatto sì che la città venisse scelta per diventare capitale della cultura nel 2021.






Eccoci alla fine del post, che spero vi sia piaciuto e abbia destato in voi interesse per una meta serba, diversa dalla solita capitale.

Od vasa Samantocka











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