Cineserbia: Il peso delle catene, una trilogia tra realtà nascoste e propaganda

Buongiorno a tutti lettori miei

Oggi parliamo di cinema, ma in chiave leggermente diversa. Di fatti, sono qui per proporvi una trilogia controversa, un po' particolare, che ha suscitato sentimenti e pareri contrastanti nel mondo.

"The weight of chains" (in italiano "Il peso delle catene" ed in serbo "Tezhina lanaca") è una serie di tre documentari sulle due ore ciascuno, diretta dal regista serbo Boris Malagurski, che oggi vive in Canada.
Tutti questi documentari sono molto interessanti perchè, semplicemente, Malagurski si è occupato di raccogliere un insieme di informazioni, interviste e testimonianze riguardanti le guerre jugoslave e le sue conseguenze, ovvero delle fonti che han creato uno dei documentari più scomodi della nostra epoca probabilmente.




La prima parte è uscita nel 2010, e si concentra soprattutto sulla questione kosovara, dal Medioevo, fino ad arrivare alle guerre degli anni '90, prendendo in considerazione anche la situazione di Srebrenica (ovvero della guerra in Bosnia), passando in quel territorio fatto di complottismo e geopolitica, che vede le bombe NATO come una strategia d'imposizione.



Il secondo film è del 2014 e riprende un po' più approfonditamente il discorso un po' più complicato dell'economia serba, che, in seguito alla guerra, è stata data in pasto alle potenze neoliberaliste occidentali, che, con la scusa della guerra, si sono stanziate nei territori balcanici.




Il terzo ed ultimo capitolo, è uscito pochi giorni fa e parla di altre conseguenze, sempre dovute ai bombardamenti, non solo economiche, ma anche ambientali e legate alla salute, prendendo in considerazione anche la situazione politica attuale serba.



Io di questi ho visto una parte del primo (l'anno scorso) e interamente solo il terzo, proprio ieri sera, per questo motivo sono oggi qui a consigliarvelo. Il film, infatti, va a sviscerare degli aspetti su cui molte volte si fa complottismo, ma lo fa in modo veritiero e non troppo fazioso, o per lo meno, se è fazioso (perchè in realtà alcuni discorsi lo sono o possono sembrarlo), si appella a delle testimonianze di persone che han realmente vissuto certe situazioni, che realmente parlano con cognizione di causa e non per creare flames inutili.

La faziosità, ovvero il pendere da una parte piuttosto che da un'altra rischiando di non rimanere del tutto oggettivi, non è mai una bella cosa, ma personalmente a Malagurski lo perdono, perchè è in grado di mostrarci un altro lato della medaglia, quando noi abbiamo, realmente, sempre vissuto in un mondo fazioso, ma al contrario. Perciò, se siamo in grado di mettere insieme le nozioni sulla Jugoslavia e le sue guerre che da sempre ci sono state propinate dalla propaganda occidentale, e ciò che viene detto in questi documentari, ovvero l'altra campana, quella serba, quella "del cattivo", possiamo crearci una nostra oggettività con coscienza e cognizione. Ecco perchè, pur potendo risultare un film di parte, lo ritengo utile, tanto da portarlo sul blog.



E proprio perchè risulta di parte, il film ha subito varie critiche, censure e minacce, in primo luogo da parte di quelle etnie, di quegli Stati che con il film han perso un po' la loro maschera di vittime assolute o di portatori di pace e democrazia, da parte di tutti coloro che han visto un po' crollare la faccia con cui si sono sempre presentati al mondo. Ma non solo questi personaggi si sono sentiti presi in causa, bensì anche persone terze, che accusano Malagurski di essere di parte in modo ingiusto, di vedere i criminali di guerra e nazionalisti serbi come degli eroi, e di vedere le cose dal punto di vista da una persona si, serba, ma che la Jugoslavia non l'ha mai vissuta (il regista, di fatti, era solo un bambino negli anni '90).

(La protesta albanese contro i film di Malagurski, classificati come "anti albanesi")


Queste sono, forse, le accuse meno fondate, tanto che Malagurski stesso, nei suoi film, parla dei capi delle varie ex Repubbliche in modo non piacevole, specificando che ai politici non sia mai importato nulla dei cittadini, e tra questi inserisce anche Slobodan Milosevic, l'allora presidente serbo (Milosevic viene nominato anche nel secondo capitolo, in cui addirittura si dice che avesse dei rapporti segreti con il presidente croato Tudjman, mentre mandavano i cittadini ad ammazzarsi tra loro).
E come ultimo affronto, il film ha subito pure censure nel suo Paese d'interesse, ovvero in Serbia, dove in molti cinema non è stato assolutamente possibile poterlo vedere, proprio a causa delle pesanti critiche che il regista fa nei confronti della classe politica serba odierna e nei confronti del governo Vucic.

(Il presidente serbo Aleksandar Vucic insieme al presidente americano Donald Trump: Vucic viene preso particolarmente di mira perchè prima di diventare presidente faceva una politica fortemente anti-americana e anti-NATO)


Che mi resta da dirvi infine? Sicuramente, prima o poi, mi guarderò le parti che mi mancano, dato che il terzo film, seppur lungo, è stato veramente interessante, mostrando addirittura non solo la situazione balcanica, bensì in parte anche quella dei centro-est (ricordate quando in un mio post ho parlato del fatto che l'UE esporti a est cibi e prodotti di qualità pessima? Ecco un esempio di ciò che potete trovare), di come si sia mirato sempre e solo a sperimentare in queste terre, a sottometterle, e non a liberarle; è una chiara denuncia al modo di vivere odierno, basato sul consumismo, sulla sottomissione di altri, sul danneggiamento di popoli e terre altrui al grido di "democracy!", che prende il territorio balcanico solo come esempio, ma in cui tutti dovremmo rispecchiarci, perchè tutti stiamo, lentamente, morendo a causa di questo consumismo frenetico, sotto i nostri rifiuti, a causa delle scelte che abbiamo fatto in questi anni.

(No, non siamo in Asia, nelle famose oasi di plastica, ma a Novi Pazar, proprio nel cuore dei Balcani)


Tutti e tre i documentari hanno più o meno la stessa durata di due orette, sono reperibili su youtube e sono in lingua mista, inglese e serbo per lo più. Se comprendete entrambe le lingue sarà molto semplice, mentre se solo una delle due, dovete sapere che l'inglese è sottotitolato col serbo mentre il serbo non lo è in tutte le pellicole (il mio ragazzo ha tradotto per me, nel mio caso, anche se il parlato serbo è solo nelle interviste).

Spero di aver destato in voi dell'interesse in questo anomala trilogia, in caso l'abbiate già vista, mi piacerebbe sentire i vostri pareri.

Od vasa Samantocka!






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