Marina Abramović e la verità sull'animo umano

Buongiorno a tutti lettori!
Dopo mesi e mesi torno con una rubrica che, sono sincera, sto sempre più lasciando in disparte, ma che penso sia abbastanza interessante, e quando trovo qualcosa su cui valga la pena scrivere, mi fa piacere riaprirla.
Come avrete notato dal titolo, oggi parliamo di una donna proveniente dalla zona balcanica, un'artista veramente particolare e che io trovo geniale. Il suo nome è Marina Abramovic, nata a Belgrado nel '46, che oggi viene considerata la nonna di una corrente che viene chiamata Performance Art. 


(Marina Abramovic oggi)


Marina nasce in un contesto libertino e partigiano, cosa che sicuramente le da un giusto input per poter esprimere la sua personalità. Inoltre la madre, dopo il Secondo Conflitto Mondiale, venne nominata direttrice del Museo della Rivoluzione e Arte di Belgrado, cosa che sicuramente influenzò il suo modo di percepire il mondo artistico. All'età di soli 14, negli anni '60, anni inizia a interessarsi alla pittura e, grazie a un amico di suo padre, che fece una sorta di spettacolo pittorico e pirotecnico, vide che l'arte non era solo fatta di tela e pennelli, ma anche di coinvolgimento del pubblico, delle emozioni che l'arte è in grado di procurare in una persona. Fino al '72 studia quindi nell'Accademia delle Belle Arti a Belgrado, e nel '73 inizia a insegnare in quella di Novi Sad, mentre inizia a ideare le sue prime performance, i suoi capolavori che la renderanno famosa in tutto il mondo.




Marina, attraverso quindi le sue performance, inizia a dare il suo grandissimo contributo a quella corrente nominata sopra, che si chiama appunto Performance Art. Brevemente, questa corrente nasce negli anni '60 e prende spunto dal dadaismo, che già si occupava, in modo anticonvenzionale e bizzarro, di suscitare nel pubblico dei sentimenti e delle reazioni particolari. Come avrete ben capito, insomma, questo movimento artistico si occupa di coinvolgere il più possibile lo spettatore, donando ad esso emozioni e sensazioni che difficilmente riuscirà a re incontrare nella vita quotidiana, e rendendolo quindi in qualche modo protagonista dell'opera stessa. Aprendo una piccola parentesi fuori tema, anche io posso dire di aver preso parte a una di queste performance, ovviamente molto diversa da quelle che vi citerò di seguito, ma in cui, essendo stata privata della vista grazie ad una benda, ho partecipato alla recita Shakespeariana ''Una notte di mezza estate'', attraverso gli altri sensi e il coinvolgimento del mio corpo da parte della compagnia teatrale. Un qualcosa che consiglio a chiunque per poter capire come il nostro senso della vista, quello nell'uomo più sviluppato, ci influenzi davvero tantissimo, facendo passare in secondo piano tutti gli altri a cui diamo meno importanza. Quando la benda mi è stata tolta mi sono ritrovata infatti in una radura spoglia, con giusto qualche sedia e un tavolo su cui vi erano appoggiati diversi strumenti utilizzati, insomma, uno scenario ben diverso da quello che la mia mente si era ricreato!

(Esempio di performance art: un'artista russa si mette a nudo senza veli all'interno di una bara di vetro, impersonandosi nella Monna Lisa che, ogni giorno, viene visitata da migliaia di spettatori)


Tornando a noi, la Abramovic diventa famosa grazie a molteplici opere che si ricollegano a questa corrente, tutte molto diverse ma molto particolari, in grado di coinvolgere totalmente il pubblico. Tra le più conosciute citiamo, ad esempio, Freeding the Body del '76, in cui l'artista balla a ritmo di tamburi africani con la testa completamente bendata da una sciarpa nera fino a perdere i sensi (l'esibizione è durata 8 ore; questo spettacolo fa parte di una serie assieme a Freeding the memory e Freeding the voice, che come scopo hanno quello di ''purificare'' il corpo e la mente, spingendosi all'incoscienza); altra opera molto famosa è Balkan Baroque, del 1997, tenutasi tra l'altro a Venezia (la Abramovic ha operato più volte in Italia), in cui la donna siede su tonnellate di femori di bovino e li pulisce ossessivamente per 4 giorni, come protesta nei confronti delle guerre jugoslave.
Le opere della Abramovic sono tutte performance estreme, in cui lei stessa o il pubblico finiscono per perdere la testa, basti pensare alle varie opere in cui la donna perde coscienza, in cui sta immobile per svariate ore (in una performance sta addirittura seduta su una sedia per ben 736 ore!) o in cui procede a svolgere dei gesti compulsivi che, a lungo andare, la portano a causarsi ferite.

(Balkan Baroque)


Tuttavia, sebbene la sua ultima performance risalga al 2012 (The Abramovic Method, Milano; l'artista qui gioca sulla percezione del pubblico), la sua opera più famosa e ricordata è senza dubbio Rythm 0, tenutasi a Napoli nel 1974, alla quale si riconduce il titolo che ho voluto dare al post. La performer, in quest'opera, pose su un tavolo svariati oggetti, una parte di essi innocui, una parte di essi pericolosi, in grado di ferire. Per un totale di sei ore, Marina mise a disposizione del pubblico il suo corpo inerme, sul quale essi avrebbero potuto utilizzare tutti gli strumenti a disposizione. Lei stessa, prima di iniziare la performance, dichiarò che il pubblico avrebbe potuto ucciderla, senza che lei avrebbe mosso un dito. Lo spettacolo quindi iniziò, e per le prime tre ore gli spettatori si mostrarono gentili, chi le fece una carezza, chi le regalò una rosa, ma ben presto l'atmosfera cambiò, e le persone iniziarono a mostrarsi, sorprendentemente aggressive: vedendo che la donna non si opponeva a nulla, si presentò chi la riempì di insulti, chi la feriva procurandole tagli e contusioni, chi arrivò addirittura a succhiarle il sangue dalle ferite, insensibili alle lacrime che scorrevano sul suo volto per la tristezza e per il dolore. Il culmine di questa sorta di esperimento-performance arrivò quando alcuni degli spettatori le misero una pistola carica in mano e le posero il dito sul grilletto. A quel punto, il gestore della galleria, infuriato, si oppose alla possibilità concreta che la donna potesse morire, e dichiarò concluso lo spettacolo. Quando la Abramovic si mosse, tornando nel suo ruolo di essere umano e non più di oggetto, gli spettatori e il pubblico iniziarono ad allontanarsi frettolosamente, in una sorta di ressa, non in grado di reggere un confronto vero e proprio.

(Marina Abramovic durante Rythm 0: come potete vedere il suo corpo è stato violato e ferito)


Questa è stata senza dubbio la performance più coinvolgente e significativa, più una sorta di esperimento sociale che un qualcosa di puramente artistico, e che ci rimanda al fatto che l'essere umano è perfettamente in grado di uccidere un proprio simile, qualora questo si comporti come un oggetto, senza la reale possibilità di agire di conseguenza. Sebbene questo spettacolo si sia tenuto negli anni '70, mi è inevitabile paragonarla un po' ai giorni nostri, nei quali grazie all'utilizzo dei social, di uno schermo in grado di proteggerci, ci sentiamo invincibili, intoccabili, perchè chi sta dall'altra parte non può difendersi concretamente alle critiche, ai commenti e alle cattiverie scaturite dal nostro animo aggressivo, che, talvolta, prende il controllo sulla nostra umanità e sul nostro controllo morale.

Ad oggi, Marina vive negli Stati Uniti, in cui è molto famosa e in cui ha anche fondato il suo istituto (Marina Abramovic Institute - https://mai.art/), ma in questo periodo si sta tornando a parlare di lei anche in Europa, in vista del suo viaggio a Belgrado, sua città natale da cui se n'è andata 45 anni fa. Il reale motivo della sua visita è quello di presentare la sua ultima opera, The Cleaner, che è stata inaugurata lo scorso 21 Settembre e che si concluderà appunto nella capitale serba il 20 Gennaio 2020. Questa sua performance sarà più che altro una mostra che raccoglie tutte le sue opere dagli anni '70 agli anni 2000, in cui sarà possibile vedere video, fotografie, oggetti, dipinti che, ovviamente richiamano il suo percorso artistico. Per chi fosse interessato, la mostra si tiene anche a Firenze, a Palazzo Strozzi (per informazioni: http://www.arte.it/calendario-arte/firenze/mostra-marina-abramovi-the-cleaner-51931).


(Locandina della mostra - Cistac è la parola serba per The Cleaner)


L'intento principale di Marina Abramovic, in conclusione, è quello di mostrare ai giovani serbi, che poco la conoscono, ciò che lei ha fatto, il suo contributo alla Performance Art e, soprattutto, quello di portare il messaggio ai suoi giovani compatrioti di non smettere mai di credere ai propri sogni, per quanto essi possano mostrarsi grandi e ambiziosi.
Potete trovare un breve racconto su Rythm 0 dell'artista stessa nei link seguenti.

Od vasa Samantocka.


Link:

https://it.wikipedia.org/wiki/Marina_Abramovi%C4%87;
https://it.wikipedia.org/wiki/Performance_art;
https://it.wikipedia.org/wiki/Rhythm_0;
https://www.artribune.com/arti-visive/arte-contemporanea/2019/08/the-cleaner-di-marina-abramovic-arriva-a-belgrado-e-lartista-scrive-una-lettera-al-suo-paese/;
https://www.youtube.com/watch?v=xTBkbseXfOQ&t=0ms&has_verified=1 (video su Rythm 0)




















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