Ajvar, tipico sapore dell'est tra dolce e piccante

Buongiorno a tutti lettori!
Siamo a metà autunno, e, sebbene qui in nord Italia il freddo tardi ad arrivare, il venticello fresco della sera e il profumo delle foglie secche si sente ormai da un po'. Questo senza dubbio è il clima giusto per consumare tutta la verdura che è stata raccolta a fine estate, e se ne avete molta, esistono varie ricette che vi consentiranno di poter conservare tutto senza far scadere nulla; una delle più gettonate nel sud-est del nostro continente è senza dubbio quella dell'ajvar.



La parola ajvar deriva dal turco, hajvar,e sta ad indicare le uova di pesce, quindi riferisce al caviale. Tuttavia l'ajvar di cui parliamo noi è una pietanza assolutamente vegana e composta da sola verdura.
Le sue origini sono molto dubbie, in quanto viene conteso da tutti i Paesi balcanici: c'è chi dice sia croata, chi macedone e chi serba, quindi è veramente impossibile sapere veramente chi l'abbia inventata per primo, fatto sta che sia molto diffusa in tutto il territorio e che è un prodotto tipico quasi venerato, tanto, appunto, da contenderselo.

Ma passiamo al sodo: questo ajvar altro non è che una sorta di salsa tipica a base di peperoni, melanzane e aglio, che viene mangiata con piatti di carne, insalate o sul pane. Come ho scritto nel titolo, può essere sia dolce che piccante, fino ad arrivare a livelli estremi, nei casi in cui si abbondi di peperoncino. E' un qualcosa di tipicamente autunnale, infatti, in molte zone e molti paesini della penisola, si possono ammirare per le strade i venditori ambulanti di peperoni, proprio perchè si sa che la salsa ajvar viene preparata tra Settembre e Ottobre, e sono molte le persone che preferiscono farla in casa anzichè comprarla (un po' come d'inverno troviamo i venditori ambulanti di kapusta...se siete stati in Serbia, in Bosnia o in un altro Paese ex-Ju difficilmente non li avrete notati). 
Come dicevo precedentemente, fare l'ajvar significa anche conservare la verdura, oltre che seguire una tradizione secolare: se infatti avete in casa un'eccedenza di peperoni e melanzane, quale miglior modo se non farne una salsa facilmente conservabile?




Siccome è un prodotto tipico che mi manca particolarmente e di cui non avevo ancora parlato, ho deciso di proporvi qui la ricetta, sebbene, in primo luogo, non sia per nulla facile da riprodurre, e, in secondo, ogni famiglia abbia la propria ricetta e i propri segreti di preparazione, dunque il nostro kilo di ajvar non sarà mai identico al kilo di ajvar del vicino ;)

Per una buona dose di ajvar (dove si intende per diversi litri: l'ajvar infatti si riproduce solo se veramente si hanno tante risorse, altrimenti è inutile, sprechereste risorse e tempo per nulla) vi serviranno:

- 6 kg di peperoni rossi;
- 1 kg di melanzane;
- 300 ml di olio di semi di girasole;
- 150 ml di aceto di mele;
- 1 cucchiaio di zucchero;
- 2 spicchi di aglio;
- 2 peperoncini piccanti (facoltativi! Se volete l'ajvar blagi -ovvero dolce- non aggiungeteli). 
- Innumerevoli vasetti di vetro

ATTENZIONE! L'ajvar balcanico, il più delle volte, non viene creato nel modo in cui vi sto per mostrare! Chi segue la tradizione ovviamente non usa nè fornelli, nè frullatori, bensì tanto olio di gomito e infinita pazienza. Pertanto, so bene che io stia riportando una versione più comoda e meno traditional, ma il risultato sarà comunque simile.




Innanzitutto, dovrete mettere i peperoni e le melanzane su delle leccarde da infornare poi in un forno preriscaldato a 200° per 40 minuti circa.
Una volta che sono usciti, fateli raffreddare e procedete con il processo di ''spellamento'' e ''snocciolamento'' dei peperoni, dopo di che, poneteli a colare in uno scolapasta. Anche le melanzane verranno spellate per poi essere messe a scolare.
In seguito a questo passaggio, quando sia peperoni che melanzane saranno ben sgocciolati, prendete il frullatore, ponete i due tipi di ortaggi, aggiungete aceto, una parte dell'olio e lo zucchero, per poi frullare grossolanamente. → IMPORTANTE! l'ajvar non è una crema, ma molto più simile a una marmellata con pezzi di verdura: per questo motivo si deve fare attenzione a non creare una purea. Se avete problemi, potrete sempre seguire la tradizione, e tagliare i cubetti di peperoni e melanzane a mano, per poi mischiare con i restanti ingredienti ;) altro metodo furbo è quello, altrimenti, di utilizzare il trita carne ←



Prendete quindi una pentola capiente e fate rosolare l'aglio con un filo d'olio. Una volta tolti gli spicchi, aggiungere il trito di verdura, versare il restante olio e fare cuocere a fuoco lento, continuando a mescolare per circa un'ora e mezza.
Quando l'ajvar sarà pronto, avrà la consistenza di una marmellata e a quel punto si dovranno aggiungere sale, pepe e i peperoncini, per ottenere il sapore ljuti (piccante). 

L'ottimale metodo di conservazione dell'ajvar è in barattoli di vetro sterilizzati: dovrete travasare il composto al loro interno, chiuderli ermeticamente, e porli a testa in giù fino al raffreddamento. Una volta freddo e imbottigliato, il nostro ajvar sarà pronto per la conservazione fino, addirittura, all'estate prossima, ovviamente da tenere in luogo fresco e asciutto!





Per concludere, un paio di curiosità: l'ajvar si trova già pronto anche in Italia in alcuni supermercati, ed è anche di uso comune in Friuli, che è direttamente confinante con lo Stato balcanico della Slovenia. Io sono innamorata di tale pietanza, tanto che la vigilia dello scorso Natale, non potendo mangiare cibi di derivazione animale (la nonna del mio ragazzo è cattolica, e osserva la tradizione del digiuno, portando tutta la casa a farlo automaticamente), ho mangiato pane e ajvar tutto il pomeriggio. La preferisco inoltre dolce, in quanto trovi quella piccante un po' troppo amara, e penso che sia l'accompagnamento ottimale per la carne di maiale, soprattutto quando si mangia la porchetta già fredda, provate per credere! ;)




Od vasa Samantocka











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