Cineserbia: Parada, un film sulla sensibilizzazione LGBT

Buongiorno a tutti lettori!
Dopo aver portato sul blog un paio di film a tema horror, oggi voglio parlare di un film est europeo un po' diverso e di forte attualità.
Il film in questione si chiama Parada (in inglese The Parade), ed è un film di produzione serba del 2011, diretto da Srdjan Dragojevic. Pur parlando di un argomento un po' delicato per quanto riguarda l'ambiente balcanico ed est europeo in generale, il film ha venduto moltissimi biglietti, e nell'ex Jugoslavia è abbastanza conosciuto un po' ovunque.

(Locandina del film) 


Ambientato a Belgrado nel 2009, Parada parla di un gruppo di persone appartenenti alla comunità LGBT che vogliono organizzare un pride in città ma che vengono ostacolate sia dalle minacce di un gruppo omofobo chiaramente skin-head, sia dalla polizia locale, che non ha alcuna intenzione di proteggere il corteo da possibili (e probabili) aggressioni. I due personaggi principali del gruppo sono una coppia omosessuale, Radmilo, che fa il veterinario, e Mirko, che invece svolge la professione di wedding planner e tiene un atelier.

(I due protagonisti, Mirko in primo piano e Radmilo in secondo)


A questo punto entra in scena Limun, un veterano di guerra temuto in città sia da cittadini che da criminali, proprietario di un club di judo.
Dopo una serie di eventi, Limun entra in contatto sia con Radmilo che con Mirko, e quando scopre che Mirko, scelto dalla sua fidanzata per organizzare il loro matrimonio, è omosessuale, dà in escandescenza: lui è un vero macho, e i gay, come da immaginario collettivo da quelle parti, sono sempre stati un qualcosa da evitare, quasi di contagioso. La fidanzata a quel punto, indignata, lo abbandona, e per riconquistarla Limun accetta, tramite un accordo già stabilito tra lei, Mirko e Radmilo, di proteggere la parata LGBT contro le minacce neo fasciste, e adempiere al compito che, in teoria, spetterebbe alla polizia. A questo punto inizia la parte veramente comica del film, in cui Limun, abbandonato da tutti i suoi uomini a causa di questa scelta, viaggia assieme a Radmilo per tutta la ex Jugoslavia, in cerca di vecchi amici veterani di guerra come lui, per convincerli ad unirsi alla sua causa.

(Pedere Radmilo, letteralmente gay Radmilo, come viene chiamato da Limun -a sinistra- e il temuto Limun -destra- viaggiano per l'ex Jugoslavia con la macchina rosa da ''pederske picke'' - tradotto, più o meno, checche-, uno dei simboli del film)

In fine posso solo dirvi che Limun riuscirà a mantenere la parola data, ma vi saranno comunque delle complicazioni, tra cui molti feriti e anche qualche morto.

(Una delle scene finali, con Mirko in primo piano)


Vi consiglio davvero molto questo film per una serie di ragioni: come sapete io non faccio critiche dirette e non sarò certo io a dirvi se questo film sia bello, brutto, fatto bene o meno, ma porta davvero un grande significato, ovvero quello dell'accettazione del diverso in una zona del mondo dove, fino all'altro ieri, cattolici e ortodossi si facevano la guerra. Il film principalmente si basa sulla lotta contro i pregiudizi riguardanti la comunità LGBT, ma, giocando su vari stereotipi, mostra anche come gli Stati ex-Ju, compresa la realtà albanese kosovara, possano essere in sintonia tra loro se uniti per cause maggiori e mostra inoltre il legame di amicizia che spesso intercorre tra le varie popolazioni balcaniche, al di là di quel che sia successo in passato e di quello che si pensi.


(Limun assieme a Roko, un suo amico croato, veterano della guerra serbo-croata)


Parada è tratto da fatti realmente accaduti, e unisce un po' varie situazioni, ovvero la parata del 2001, in cui i manifestanti sono stati attaccati dagli skin-head, il tentativo (miseramente fallito, a causa del rifiuto della polizia) di avere un corteo nel 2009 e quella del 2010 (di cui nel film si vedono vari spezzoni), in cui finalmente la polizia ha deciso di collaborare.


(Foto della parata a Belgrado nel 2010)


Al giorno d'oggi in Serbia, secondo una ricerca del 2012, ancora il 50% circa della popolazione pensa che l'omosessualità sia una malattia, tuttavia, dai tempi della Jugoslavia, in cui era propriamente considerata un crimine (le relazioni omosessuali diventano legali nel 1994, mentre in Vojvodina lo erano dagli anni '70), la situazione è sensibilmente migliorata: dal 2009 la discriminazione in base all'orientamento sessuale è considerata un reato; dal 2005 il servizio militare è consentito a chiunque sia parte della comunità LGBT e i transgender, dal 2007, possono cambiare legalmente il proprio sesso, mentre nella regione kosovara si è sensibilmente più arretrati a riguardo. Ma come potete notare non è assolutamente consentito sposarsi, nè in chiesa, nè in comune (almeno fino al 2020), non è assolutamente legale adottare figli nè procedere secondo la fecondazione in vitro, e oggi è tornato illegale per loro donare sangue (https://it.wikipedia.org/wiki/Diritti_LGBT_in_Serbia).



Sebbene la Serbia abbia ''accettato'', nel 2017, per la prima volta nella storia un Primo Ministro omosessuale (in carica Ana Brnabic, dichiaratamente lesbica), la strada per la completa accettazione è ancora veramente lunghissima, non tanto a livello di leggi ma, molto più, a livello di opinione pubblica, che, nonostante la sua legalità, considera l'essere omosessuali o transgender ancora come qualcosa contro natura; la cosa triste è che non stiamo, purtroppo, parlando solo di anziani o ex-jugoslavi, ma anche di ragazzi giovani con un'istruzione.

(Questo cartellone risale al 2001, ma il sentimento per molti è ancora attualissimo)


Per concludere, questo film è reperibile in serbo e in inglese, mentre in italiano non è mai stato tradotto, quindi, se volete vederlo, è bene che vi prepariate alla cosa ;)

Od vasa Samantocka





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