Quando in Repubblica Ceca ci si dava fuoco per protesta...

Buongiorno a tutti lettori!
Eccoci al giorno dopo le elezioni europee a parlare anche noi di politica...ma non parleremo di quella attuale, nè tanto meno di quella italiana: oggi ci spostiamo infatti nella Repubblica Ceca (l'allora Cecoslovacchia) degli anni '60, andando ad analizzare una situazione un po' particolare, ovvero quella delle giovani torce umane, concentrandoci su quella più famosa, Jan Palach.



E' bene prima di tutto, fare una premessa. Durante gli anni '60 la Cecoslovacchia stava vivendo, come tutti i Paesi dell'est, la pesante influenza sovietica. Questo Stato non era una vera e propria repubblica, ma il suo governo era fortemente legato e controllato dall'URSS, tanto da instaurarsi una pseudo dittatura di stampo comunista anche lì. Il Paese subì, in seguito a tutto ciò, una grandissima recessione, soprattutto a livello economico, ma anche a livello di libertà personali, e proprio quest'ultimo punto, ovvero la mancanza di libertà di espressione, di stampa, di politica, fu quello che fece scattare la miccia di tutto. Furono infatti proposte riforme per mitigare questa sorta di dittatura, ma nulla di ciò piacque ai sovietici, che vedevano queste prese di posizione come una minaccia alla loro egemonia.
Ma i cecoslovacchi si rivelarono più difficili da convincere: da sempre popolazione molto pacifica e non violenta, non si impose mai con la forza, ma sempre con fermezza. Ai sovietici non restò altro che agire a livello militare, invadendo il Paese nel 1968.



Essendo in piena Guerra Fredda nessun Paese occidentale decise di intervenire in modo violento per la causa, nemmeno la Cecoslovacchia stessa, per paura di un possibile attacco nucleare. Le proteste, pertanto, si limitarono ad essere verbali, assolutamente in modo pacifico, si assistette a migrazioni consistenti di gente che fuggiva a ovest per scappare dalla morsa sovietica, una morsa che se ne andò davvero dal Paese solamente con la caduta del muro di Berlino.


Tuttavia, quando si parla di Primavera di Praga (come viene denominato questo periodo storico - in ceco Prazske Jaro), ci si dimentica spesso di parlare di un fenomeno che era sì, scarsamente diffuso, ma di grande importanza se si guarda al panorama della lotta pacifica, di quella non violenta, ovvero il fenomeno delle torce umane.
La prima e più famosa torcia umana di Praga  fu senz'altro Jan Palach, un giovane studente universitario che per protesta contro il regime decise di darsi fuoco in piazza, ma andiamo con ordine...

(Foto di Jan Palach da ragazzo)


Palach nacque nel 1948 in un piccolo paesino della Repubblica Ceca, non lontano dalla capitale. I suoi genitori avevano una piccola attività, che furono costretti a chiudere negli anni '50 con l'arrivo della dittatura, facendo sì che la sua famiglia divenisse una semplice famiglia di proletari. Nonostante ciò, Jan desiderava studiare: era uno studente brillante e decise di entrare alla facoltà di filosofia a Praga, sebbene non venne subito preso, optando quindi per quella di economia, sempre in città. Fu proprio trasferendosi nella capitale che il ragazzo si avvicinò ai movimenti politici del tempo, abbracciando l'idea della liberazione del proprio Paese dalla dittatura di stampo sovietico. Negli anni '68/'69, Palach iniziò sempre più a radicalizzarsi, partecipando a manifestazioni e desiderando con tutto se stesso di muovere l'opinione pubblica con gesti non violenti ma significativi, che riuscissero a colpire i cittadini nel profondo.

Il 16 Gennaio 1969, Palach come tutte le mattine uscì dal suo alloggio universitario e si diresse verso il centro della città. Prima di raggiungere il luogo di destinazione riuscì ad imbucare tre lettere uguali e a comprare della benzina. Poi raggiunse tranquillamente Piazza di San Venceslao, uno dei punti di passaggio più affollati della capitale, si avvicinò alla fontana, tolse il suo cappotto, cosparse il suo corpo con la benzina e si diede fuoco.

(Rappresentazione dell'accaduto)


Fortunatamente i passanti che videro la scena lo soccorsero, i paramedici arrivarono in tempo per spegnere le fiamme. Palach, prima di essere portato in ospedale per gravi ustioni, disse loro che il gesto era stato volontario e di prendere la lettera che si trovava nel suo cappotto, accasciato per terra poco distante da lui.
Jan Palach morì il 19 Gennaio, solo tre giorni dopo il suo atto, nel pressochè silenzio generale. Il governo, dopo aver appreso la notizia, disse semplicemente che uno studente universitario era morto, senza specificare nè cause nè addirittura il nome, venendo denominato semplicemente con le sue iniziali.

(Il cadavere del giovane Palach)


Tuttavia i suoi intenti erano chiari e, grazie alle tre lettere ritrovate, si è riusciti a capire il reale motivo del suo gesto; le parole testuali che egli scrisse sono state: 'Io sono il primo a cui tocca l'onore di eseguire la nostra decisione. [...] La richiesta principale è l'abolizione della censura: se questa richiesta non verrà rispettata entro cinque giorni, [...] altre torce umane di seguiranno', parole seguite da una sorta di firma, ovvero 'Torcia umana N° 1'.
Quando ho letto ciò sinceramente sono rimasta scioccata: questa protesta così auto-violenta infatti altro non doveva essere che il primo passo verso altre azioni altrettanto scioccanti e pericolose.

Palach per i tre giorni di ricovero rimase cosciente, tanto da continuare a chiedere se questo suo atto avesse smosso, in qualche modo, dei sentimenti tra la gente, ebbe anche una conversazione (che posterò alla fine) con uno psichiatra, in cui riconfermò che il suo gesto era stato del tutto volontario.
Ovviamente la notizia fece davvero scalpore solo nel suo ambiente, ovvero quello universitario, dove anche altre persone decisero di protestare in modo meno drastico, ad esempio facendo uno sciopero della fame che durò quattro giorni. Tuttavia anche nell'opinione pubblica generale si mosse qualcosa, migliaia di persone, in seguito alla notizia della morte, protestarono pacificamente, sostenendo gli stessi ideali, principalmente quello dell'abolizione della censura, arrivando anche a provocare tensioni e scontri con la polizia.

('Tornate a casa' recita il primo striscione in russo; una delle manifestazioni contro il regime durante la Primavera di Praga)


La salma del ventunenne Jan Palach venne esposta nella sua università di Praga (si riuscì anche a eseguire un calco del suo volto, esposto nella sua piazza) e il giorno del suo funerale (25 Gennaio 1969) mezzo milione di persone, sia studenti che cittadini, si riunirono per dar lui l'addio definitivo.
Le manifestazioni in tutto il Paese continuarono comunque per qualche giorno, contro un governo pseudo dittatoriale che continuava a dipingere Palach come un malato mentale fanatico.

(La lapide di Jan Palach)


Non è ancora chiaro se il movimento delle Torce Umane fosse reale o solo una creazione, fatto sta che Palach non fu l'unico a protestare in questo modo. Il 25 Febbraio 1969 un altro studente praghese, Jan Zaijc, si diede fuoco proprio come Palach, nella stessa piazza, sebbene il governo decise di nascondere ancora più la notizia, vietando addirittura i funerali nella capitale. Anche nel resto dei Paesi dell'est avvennero episodi simili, in Ungheria, in Lettonia ad esempio, dove altri giovani si diedero fuoco per manifestare contro la situazione che si era creata in Cecoslovacchia e contro ciò che anche nei loro Paesi stava accadendo a causa di questi regimi comunisti e dittatoriali: 'accusate il regime totalitario della mia morte', scrisse in una lettera un giovane lituano, datosi fuoco negli anni '70.

Inutile dire che solo con la caduta del muro di Berlino queste azioni vennero viste come eroiche, in piazza San Venceslao è stato costituito un monumento in memoria di Zaijc e Palach, a quest'ultimo è stata addirittura intitolata una piazza, ed ogni anno, il 16 Gennaio, si ricorda il sacrificio della torcia umana Jan Palach, suicida fra le fiamme per la libertà del proprio Paese.

(Monumento dedicato alle due torce umane di piazza San Venceslao)


Palach ad oggi è largamente famoso anche nel mondo occidentale, ma purtroppo in Italia, recentemente, è stato strumentalizzato dall'estrema destra, come se la sua lotta fosse stata prettamente filo nazista e in netto contrasto con il comunismo, non come una lotta per la libertà...non volendomi sbilanciare, lascio a voi i commenti su questo atto, dicendovi comunque che, in seguito a delle proteste, la memoria di Jan Palach non è stata utilizzata come strumento politico nel nostro Paese.
Nella speranza di aver portato un contenuto nuovo e di riflessione, vi auguro buona giornata!

Od vasa Samantocka.


Link e fonti:

https://www.ilpost.it/2019/01/16/jan-palach/7;
https://it.wikipedia.org/wiki/Primavera_di_Praga;
https://www.robadadonne.it/177683/jan-palach-ragazzo-si-diede-fuoco/?on=ref&utm_content=bufferafe23&utm_medium=social&utm_source=facebook.com&utm_campaign=buffer&fbclid=IwAR1KJv4k4o2mzSLH_RmVyIdxpD1nYX7UCaSA7hEtcnct4a1rJZZXvbWAYHk;
https://www.repubblica.it/cronaca/2019/01/15/news/concerto_ultradestra_verona_jan_palach_no_teatro-216642392/;

https://www.youtube.com/watch?v=O6t4RMiQhno (il colloquio tra Palach e la psichiatra prima della morte del giovane).




Commenti

  1. Non lo so, che cosa lui direbbe della situazione di oggi. Il comunismo e la liberta' non possono mai convivere. Oggi in Cechia: Il presidente e' l'alcolista che lecca i piedi ai Russi, ai Cinesi. Il premier un ex membro polizia secreta-quindi ex comunista. In Germania hanno fatto una nuova statua di Karel Marx-e' molto apprezato, mentre in Russia ancora apprezzano Stalin. I giovani sinistroidi..in Germania, in Italia..., oggi un medio giovane in EU e' un uomo senza carattere, con la testa vuota, corrrotto dal consumismo. Allora, secondo me Jan Palach era l'uomo molto corraggioso, ma non lo so, se il sacrificio di lui sia stata valido.
    A proposito a Roma ha un monumento piu' bello di quello di Praga...
    R.I.P.

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    1. Non sapevo che Roma avesse un monumento in suo onore, grazie! Io penso che Palach si battesse per le libertà in generale, che nessuna dittatura, comunista o fascista, garantivano. Come a tutti coloro che han protestato durante quegli anni in tutta Europa non penso che il mondo di oggi piacerebbe.

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  2. Jan Palach si è bruciato per protestare contro l'occupazione sovietica. Il sistema che opprimeva la liberta' era il comunismo di tipo sovietico. Molte persone allora capiscavano, che cosa sono i russi, molti erano scioccati. Da allora i russi non sono i benvenuti. Il merito di loro per la liberazione della Cechia dai nazisti e' piccolo, perché i tedeschi gia' solo stavano scappando. Una parte del territorio fu liberata dagli americani, ma dovettero fermarsi - erano da noi prima di russi, perché secondo l'accordo noi dovevano essere liberati dalla parte Rusia..
    Per capire il comunismo raccomando questo film: Das Leben der Anderen (2006).

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