Buongiorno a tutti lettori! Ieri in Russia e in altri Paesi
dell’ex Unione Sovietica si è festeggiato il Den’ Pobedy, ovvero il giorno in
cui i nazisti sono stati sconfitti anche (e qui sottolineo questa parola, dati
i veri complottismi e false informazioni a riguardo) dall'Armata Rossa
sovietica.
Questa festa è una delle più importanti nel calendario russo
(io parlo di Russia perché è l’unica realtà che conosco davvero tra quelle dell’Europa
dell’estremo oriente; probabilmente si può applicare lo stesso concetto a
Ucraina, Bielorussia, Moldavia e tutti i Paesi ex URSS, ma non voglio spingermi troppo in là) e viene
festeggiata con entusiasmo da tutti, compresi i bambini piccoli. I
festeggiamenti consistono principalmente in una parata in tutte le città e
cittadine del territorio, saluti a chi non c’è più, e festeggiamenti più
allegri durante la sera, ed è proprio attraverso questo post che vi parlerò
dell’esperienza che ho vissuto durante il 9 Maggio 2016, quando ero a Tomsk e
ho avuto l’opportunità di partecipare a questo magnifico evento.
Innanzitutto posso dirvi che potete tranquillamente
scordarvi di fare paragoni col nostro 25 Aprile, a cui in Italia, purtroppo,
non si dà l’attenzione che merita…per la Russia il giorno della Liberazione
significa aver affermato la propria forza nei confronti dei nazisti, che han
cercato inutilmente di conquistare il territorio, significa aver affermato
ancora una volta la propria supremazia, e tutto ciò è motivo di grandissimo
orgoglio, un orgoglio tale che oggi, questa festa patriottica, viene
festeggiata anche (come già detto) dai bambini, educati fin da subito a vedere
in questa festività la reale importanza che ha e non come un semplice ‘sto a
casa da scuola’.
I festeggiamenti, quella giornata del 2016, sono iniziati
verso le 11.00 del mattino; alle 10.30 sono uscita dal mio alloggio e mi sono
incamminata con le mie 3 amiche, e compagne di questa avventura siberiana,
verso la via principale, ovvero la Lenina (un nome che forse avrete già sentito…dopotutto,
quasi tutte le città russe hanno una via principale che si chiama Lenina). Un
ricordo buffo che ha accompagnato questo tragitto è il fatto che nevicasse,
cosa che non accadeva da qualche settimana e che non avrebbe dovuto succedere,
dato che si vociferava che Putin stesso avesse pagato (chi? Ancora non si è
capito) per far sì che quella giornata fosse soleggiata e non cupa. A quanto
pare la cosa non è andata a buon fine, spero per lui che abbia chiesto il
rimborso, perché a Tomsk ricordo che facesse relativamente freddo e che,
appunto, qualche fiocco fosse caduto.
(Iniziamo con le foto; ecco qui l'inizio della parata e la folla sulle sponde della strada) |
Arrivata sulla sponda sinistra della Lenina, mi sono unità
alla folla, una folla che in Italia, durante queste feste statali, non ho mai
visto. Tomsk è una città, conta sicuramente più abitanti del mio piccolo paese
italiano, ma dubito che durante il 25 Aprile, nelle nostre città al di fuori di
Roma, si radunino così tante persone. La folla era molto variegata, composta da
adulti, ragazzi, anziani e bambini, di cui la maggior parte indossava dei
cappellini verde militare a barchetta con la stella rossa o, appesa ai vestiti,
la georgiceskaja lenta, un laccio di colore nero e arancione annodato. Tantissimi
di loro portavano in mano dei cartelli con delle foto che rappresentavano i
propri cari caduti in guerra, ma su questo torneremo tra un pochino, perché è
un discorso che merita attenzione.
La parata è dunque cominciata, aperta da un furgoncino militare,
seguito dai vari corpi militari che han marciato lungo la via. Un corpo misto
di donne e uomini suonavano il tamburo, dando ritmo alla marshutka (così si
chiama in russo) e altri corpi portavano fieri la bandiera sovietica, rossa con
la falce e il martello.
(Alcune foto della marshutka della mattina; vari corpi militari hanno sfilato) |
La parata militare è durata circa una mezz'oretta, dopo di
che è iniziata la sfilata del ‘bessmertny polk’, letteralmente 'il reggimento degli immortali'.
Questa sfilata si rifà a quei cartelli con le foto che ho nominato
precedentemente; infatti il bessmertny polk è una tradizione relativamente
nuova (è nata infatti nel 2012; chi ha visto i festeggiamenti prima di quell'anno pertanto non ha potuto parteciparvi), per cui i comuni cittadini sfilano in strada con i
ritratti dei loro cari che han perso la vita durante la guerra…chi porta le
foto dei padri, chi dei nonni, chi dei figli e dei nipoti, tutti rigorosamente
vestiti con divise su cui son presenti le medaglie, ma anche chi porta le foto
delle donne della loro famiglia: l’Armata Rossa era di fatti l’unica ad avere
come combattenti anche donne e non solo uomini. Immancabili anche i ritratti di
Stalin con frasi a lui dedicate e chi decideva di sfilare invece solo con la
bandiera dell’URSS.
Questa è stata probabilmente una delle parti più commoventi di
tutto l’evento, perché chiunque ha sfilato ha portato in piazza una parte della
propria vita, della propria famiglia, ricordando orgogliosamente a tutta la
città che anche una parte di loro ha partecipato a rendere il Paese libero, a vincere
la guerra, una parte che purtroppo, difendendo la Patria, non è sopravvissuta,
non è riuscita a vivere tanto da vedere realmente come oggi i veterani, alla
pari di eroi nazionali, vengano ricordati. Non è raro di fatti vedere le
persone piangere durante questa marcia degli immortali, anche una delle mie
amiche, di origini moldave, non si è trattenuta durante questo momento.
Dopo la bessmertny polk, anche i cittadini si sono messi in
coda, seguendo la marcia. Molti di essi hanno comprato dei fiori bianchi e
rossi, di cui ora mi sfugge il nome, per poi dirigersi verso Lagernij Sad (l’enorme
parco di Tosmk alla fine della Lenina), per poter portare questi omaggi ai loro
cari, oppure di fronte all'enorme statua del parco, rappresentante una madre
che dà il fucile al figlio in procinto di partire per il fronte. Preciso che Lagernij Sad non è un cimitero, è un semplice parco in cui vi sono dei memoriali sopra i quali vi sono incisi i nomi dei cittadini di Tomsk caduti in guerra.
(La folla si avvia verso il parco) |
Vero le 12.00 io sono tornata nell’obshchezhite, il mio
alloggio, per riprendere i festeggiamenti la sera, durante la quale si respira
un’aria decisamente più tranquilla e davvero allegra. Sono uscita di nuovo per
le 20.30 circa con altri amici ed amiche, per dirigermi verso il già citato
Lagernij Sad. Per le strade non è stato assolutamente raro vedere persone che,
probabilmente ubriache ed euforiche, cantavano canzoni popolari, suonando la
chitarra o altri strumenti, la più presente sicuramente è stata Katjusha,
canzone russa per eccellenza che parla proprio della guerra.
A Lagernij Sad abbiamo visto i fuochi d’artificio assieme
alla folla in piedi, tra gli alberi, che si affacciavano sul letto del fiume
Tom’, davvero una bella esperienza, per poi tornare a casa verso le 22.00.
(Non avendo purtroppo scattato foto della serata, vi lascio comunque una foto di Lagernij Sad al pomeriggio, della folla di fronte alla statua) |
La mia esperienza è terminata così la sera, avviandomi vero
il mio obshchezhite. Devo dire che sono un po’ dispiaciuta di non aver comprato
alcun souvenir alle bancarelle presenti e di aver festeggiato in modo
superficiale, sebbene io mi ricordi quasi tutto nitidamente, ma era
praticamente il mio penultimo giorno in città e, chiunque sia stato in Erasmus
o abbia vissuto esperienze simili, saprà bene cosa significano gli ultimi
giorni, tra sbalzi d’umore, tristezza e nostalgia che si affaccia. Il mio umore
non era dei migliori, ma l’esperienza è stata comunque unica e particolare,
diversa da qualsiasi esperienza di 25 Aprile italiano.
In conclusione, cosa penso di questa festa, del modo in cui
i russi vedono la loro giornata della Liberazione? Cosa ho notato? Sicuramente
un altissimo livello di patriottismo. A me piace la Russia, trovo che la sua
storia sia molto affascinante, ma non è certo un segreto che i russi siano
persone estremamente fiere e orgogliose (forse anche troppo) del proprio
passato, del vissuto del proprio Paese. Tutto ciò ovviamente si ribadisce
durante la Giornata del 9 Maggio, in cui si tende totalmente a eroicizzare e mistificare
l’Armata Rossa e le sue gesta, senza ricordare che al di fuori della Russia e
del territorio sovietico, questa Armata non sia propriamente amata da tutti,
che oltre ad aver liberato zone dell’Europa e il suo territorio stesso dalla
minaccia nazista, ha anche compiuto massacri e sottomissioni non indifferenti.
Oggettivamente penso che le cose vadano considerate per intero, ma i russi sono
fatti a modo proprio, e sicuramente è meglio dar più importanza, come fan loro, a
questa festa della Liberazione, che fare come nel nostro Paese, in cui la festa
del 25 Aprile per molti è solo una scusa per stare a casa da lavoro o da
scuola, senza festeggiare alcun avvenimento, senza dare la giusta importanza
alla libertà del Paese stesso.
Auguro ai miei lettori ex sovietici un buon Den’ Pobedy (in
ritardo, come mio solito),
od vasa Samantocka.
Come link vi lascio solamente quello della canzone Katjusha, cantata dal coro dell'Armata Rossa:
- https://www.youtube.com/watch?v=MLg83QMmlGs
Nelle repubbliche ex-sovietiche questa "liberazione" non e' molto festeggiata, perche' non c'e' niente di festegiare. Solo il primo nemico era sostituito con l'altro. Il comunismo e' nel certo senso peggiore del nazismo....fa un degrado totale...
RispondiEliminaSono d'accordo. Purtroppo tante persone tendono a vedere l'Armata Rossa come liberatrice senza rendersi conto che per i Paesi 'liberati' questo tante volte è stato il passaggio da una dittatura a un'altra. E' fondamentale capire questo per poter comprendere bene i Paesi dell'est secondo me, evitando di dare false informazioni. Come tutte le dittature, anche quella sovietica di lati positivi ne aveva pochi e riservati solo a chi stava al potere.
EliminaMolte persone sono ingenue. Stalin era l'alleato di Hitler, prima di Hitler invasava la Russia. Gli paesi dell'est o dell'Europa centrale gia' hanno fatto una sua esperienza, questo e' dalla una parte il vantaggio ma dall'altra una maledizione. Il comunismo purtroppo non e' vietato nell'Unione Europea -al contrario, ci sono molti comunista, marxista....gli italiani, i francesi, i tedeschi...
EliminaDa noi il comunismo non è vietato (a differenza del fascismo, che è reato per Costituzione) semplicemente perché non abbiamo mai avuto una dittatura del genere. L'URSS è stata fondamentale per cacciare il mostro nazista, non lo metto un dubbio, ma per affermare certe cose come 'la dittatura comunista è meglio di quella fascista' secondo me si deve sperimentare o parlare con qualcuno che la dittatura comunista l'abbia davvero vissuta. Vedo d'altro canto rimpiangere molto più la dittatura titina jugoslava di quella Stalinista, frutto del fatto che con l'arrivo del capitalismo gli stati ex jugoslavi si sono impoveriti ancora di più. Qui secondo me non si tratta di preferire questo o quello, ma di preferire la soluzione meno peggiore, e per tanti il meno peggio era proprio sotto queste dittature, dove tutti avevano tutto ma non avevano niente.
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