Dopo cinque anni dal Referendum com'è cambiata la vita in Crimea?


Buongiorno a tutti lettori! Oggi torniamo a parlare di un argomento piuttosto delicato, che si ricollega alla Guerra tra Russia e Ucraina, di cui ho parlato in un post precedente. Entrando nello specifico, parliamo oggi della Crimea e della sua annessione alla Russia, che possiamo dire è stata la miccia che ha causato una guerra tra due Stati vicini e che ancora oggi, dopo cinque lunghi anni, è in corso, sebbene nei nostri telegiornali non se ne parli più.
Ribadisco, come ho scritto allora, che non voglio parlare della guerra essendo un argomento molto delicato, bensì della Crimea in sé e di come la vita dei cittadini di Crimea sia cambiata in seguito a questo cambiamento geopolitico.



La Crimea (traslitterato dal russo Krym) è una penisola molto grande che si affaccia sul Mar Nero. Il territorio, originalmente abitato dai tatari (una popolazione asiatica) viene conquistato dall’impero Russo durante il 1700. Da allora la Penisola è stata teatro di una mescolanza di etnie ed è rimasta sempre sotto il controllo russo, facendo sì che nel 1921 venisse annessa all’URSS. La situazione della Crimea inizia a complicarsi quando, negli anni ’50, Kruschev decide di annettere la Crimea all’Ucraina come omaggio alla propria terra d’origine, sebbene il territorio fosse a maggioranza russofona e popolata da russi e tatari più che da ucraini. In seguito alla divisione dell’Unione Sovietica quindi, la Crimea rimane parte dell’Ucraina, e il malcontento si è sempre fatto sentire, fino al punto di rottura nel 2014, anno in cui, grazie a un referendum, la Crimea torna alla Madre Russia. Questo cambiamento ha ovviamente scatenato la guerra in tutti quei territori a maggioranza russofona in cui ancora oggi russi e ucraini si stan facendo la guerra. Ad oggi, 18 Marzo 2019, sono esattamente cinque anni che la Crimea fa ufficialmente parte della Russia.



Il referendum, che a livello costituzionale è illegale (infatti la Crimea dalla NATO e dall’UE è ancora considerata a tutti gli effetti territorio ucraino), ha portato la Russia a subire le famose sanzioni, cosa che però non sembra importare né ai cittadini crimeani (i quali, con una maggioranza del 96% han deciso liberamente la sorte del proprio Paese) né tanto meno al presidente russo, Vladimir Putin, il quale ha addirittura ammesso che la Crimea è semplicemente tornata a far parte del suo Stato originale, ovvero alla Russia a cui apparteneva dal XVI Secolo.



Fatta questa premessa storico-politica la domanda su cui mi concentro oggi è: com’è cambiata la vita in Crimea dopo questo avvenimento? Davvero le cose sono migliorate per i cittadini della Crimea? I documenti che ho trovato risalgono massimo a due anni fa, quindi in realtà, non avendo intervistato alcun cittadino crimeano, non ho dati freschi, ma penso che la situazione non sia cambiata di molto rispetto al 2017. I primi documenti che ho reperito parlano di una sorta di vendetta da parte del governo ucraino, il quale ha deciso bene di interrompere qualsiasi contatto e qualsiasi rifornimento energetico in questa zona: la fornitura dell’acqua ad esempio è stata bloccata nell’arco dei successivi 20 mesi dal referendum, lasciando la penisola in evidenti difficoltà, cosa che però è stata prontamente risolta dalla Russia, della quale il governo ha provveduto a riportare acqua in tutte le case della Crimea.
Al di là di ciò, i crimeani sono comunque rimasti positivi e convinti più che mai della scelta fatta. Infatti, se quando la Crimea apparteneva all'Ucraina era stata trattata come una sorta di ‘cortile sul retro’, nonostante la sua ricchezza territoriale, la Russia sembrerebbe aver considerato la Penisola maggiormente, come una risorsa inestimabile, un luogo in cui rendere tutto il più funzionale possibile: la rete elettrica è stata rinnovata e sistemata, cosa che l’Ucraina, in vent'anni, non ha mai avuto interesse a fare, l’acqua è stata depurata in modo tale da poter essere utilizzata per qualsiasi bisogno, i lavori iniziati dal governo ucraino e rimasti incompiuti completamente portati a termine, la corruzione basata su tangenti per ottenere energia elettrica nelle case private o nei negozi quasi completamente eliminata. Anche la vita quotidiana ha subìto un lieve cambiamento iniziale, ovvero ci si è impegnati per portare lo stile di vita e il welfare russo in una zona comunque arretrata sempre lasciata a se stessa: molti negozi sono stati chiusi, gli alimenti hanno subìto un controllo capillare, i prezzi dei viveri sono controllati dal governo russo, le varie città storiche, come Yalta o Sebastopoli modernizzate, proprio perché la Crimea è prima di tutto una metà turistica.



Tutto ciò che ho elencato qui è quel che è successo nel primo anno dal Referendum, un bel cambiamento che sicuramente ha giovato sia ai crimeani che ai turisti che ogni anno visitano questa zona del Mondo. Tuttavia, articoli più recenti, non riportano grandi cambiamenti significativi, soprattutto per quanto riguarda la vita quotidiana. Già nel 2017 (anno in cui è stato scritto l’articolo su cui io mi baserò maggiormente) l’entusiasmo dei cittadini sembra essere calato di un 20%: coloro che si dichiarano soddisfatti in quell'anno sono infatti il 78% circa, contro il 96% del 2014 che ha votato, mentre un bel 12% si è dichiarato insoddisfatto della cosa (il 10% si è astenuto).
Coloro che si dichiarano felici dell’annessione alla Russia sono ovviamente i russofoni e i russi di Crimea, i quali orgogliosi ammettono che, grazie al referendum, si sentono tornati finalmente a casa, che ringraziano di non essere in una situazione di guerra come i vicini del Donbass e della regione di Lugansk’. Coloro che invece si dichiarano insoddisfatti sono coloro che non han visto in questi anni cambiamenti significativi se non l’alzamento dei prezzi, che ovviamente si sono standardizzati a quelli della Russia europea e più ricca. Si leggono poi dichiarazioni di quelle persone che lavorano negli uffici amministrativi chiaramente contenti del fatto che il Governo russo sia molto più attento e meticoloso nel ‘far tornare i conti’, cosa che ovviamente si collega all'eliminazione delle tangenti e della corruzione. Anche a livello di educazione le cose sembrerebbero migliorate: se prima il sistema ucraino se ne fregava dell’istruzione o del garantire un buon livello di educazione agli studenti, i russi sono molto più concentrati e interessati all'argomento: le scuole si sono standardizzate a quelle europee, sono stati costruiti edifici scolastici molto più efficienti in grado di garantire una preparazione a 360 gradi agli studenti. Anche le pensioni sono aumentate, ma questo ovviamente si accompagna all'alzamento dei prezzi in tutta la penisola. Tutte queste informazioni derivano da interviste svolte a Simferopoli (Simferopol' in russo), mentre spostandoci a Yalta, una delle mete più belle e turistiche della Crimea, l’opinione cambia sensibilmente. 

(Scorcio di Simferopoli)


La cosiddetta ‘Città della Felicità’ infatti non sembrerebbe poi così felice… i fautori dell’articolo descrivono chiaramente una situazione ancora precaria e di degrado, che in una città turistica di quella portata non dovrebbe presentare, come sporcizia lasciata ovunque e strade danneggiate, per non parlare del turismo, un settore che è appunto indispensabile per la città in questione. Dalle dichiarazioni dei cittadini di Yalta infatti si percepisce un gran malcontento, derivante dal fatto che la Russia aveva promesso un grande afflusso turistico che in realtà non si è mai tradotto. I russi infatti rimangono fedelissimi alla Turchia, meta che ha prezzi minori e panorami migliori di quelli offerti dalla Crimea. Ovviamente Yalta soffre molto per questa situazione, per il fatto che i prezzi si siano alzati in funzione turistica (più turisti = più guadagno), ma che senza questo grande afflusso di turisti han solo portato una situazione di malcontento ai cittadini della città, che si vedono pagare beni e servizi più di prima senza un reale motivo. Innegabile dire che i turisti ci siano, ma viene anche detto che questi stiano subendo la crisi come tutto il resto del mondo, cosa che ovviamente non porta alcuna ricchezza alla città; gli unici turisti russi che vanno a Yalta sono infatti quelli con agevolazioni di vario tipo e che quindi non pagano come normali turisti ma molto meno.

(La città di Yalta)


L’ultima città considerata dall'articolo è la famosissima Sebastopoli (in russo Sevastopol'), che si discosta molto da Yalta. Sebastopoli infatti viene descritta come pulita e in ordine, paragonata addirittura a una città del Sud della Francia. Essa viene inoltre descritta da una cittadina crimeana come il centro della rivoluzione che ha poi portato al Referendum, una città popolata più da russi che da ucraini o tatari, chiamata proprio la città dei marinai russi. Coloro che vivono a Sebastopoli non considerano minimamente quella russa un’occupazione, ma un giusto ritorno allo Stato a cui sempre avrebbe dovuto appartenere, tant'è che molti russi non han perso l’occasione e si sono trasferiti in questa zona dalla Russia Europea. Oggi Sebastopoli sembrerebbe quindi una delle uniche città ad aver ricavato benefici totali dall'annessione: come viene scritto nell'articolo a cui mi riferisco, i prezzi sono aumentati, ma il comfort ha comunque e sempre un costo, per questo nessuno si lamenta troppo. Finalmente quella che sembrava una dittatura ucraina è finita, la lingua non viene più imposta, viene insegnata solo agli interessati, a coloro che vogliono impararla, mentre la lingua russa è tornata ad essere quella ufficiale e questo ai cittadini di Sebastopoli piace molto.

(Scorcio di Sebastopoli sul Mar Nero)


Tirando le conclusioni si può dire che chi oggi soffre del ritorno alla Russia sono coloro che si son visti chiudere l’attività (quindi i piccoli commercianti) in seguito a controlli da parte delle autorità russe, laddove prima avevano molte più libertà anche grazie alla corruzione, coloro che, senza un tornaconto particolare, si sono visti alzare i prezzi su modello russo, che si sentono ingannati dalla propaganda russa, e coloro che, ovviamente, si sentono ancora oggi ucraini e non russi, mentre il resto della popolazione (la maggior parte) si dichiara ancora, dopo anni, fermamente favorevole a questo cambiamento, sia per questioni di patriottismo che per questioni legate alla qualità della vita, che sembrerebbe esser migliore rispetto a prima.
Personalmente penso che in una situazione come quella che stiamo vivendo oggi avere un passaporto russo sia importante più che avere quello ucraino: la Russia è sensibilmente più ricca, offre più opportunità, è molto più organizzata della sua vicina Ucraina, ma io parlo da cittadina italiana, che vede la situazione solo dall'esterno. Costituzionalmente questo Referendum è stato illegale, ma è stato altrettanto ‘illegale’ dal punto di vista umanitario, annettere un territorio da sempre russo e tataro all'Ucraina, senza alcun reale motivo, per un capriccio di qualche politico, cosa che ovviamente non poteva che portare ad una rottura e ad un malcontento generale da parte dei russi di Crimea. Vero che Russia e Ucraina sono sempre state unite, anche in passato, tanto che l’Ucraina veniva denominata la Piccola Russia, ma in seguito alla dissoluzione dell’Unione Sovietica, dove ogni Repubblica per ovvi motivi ha rimarcato la propria indipendenza e il proprio patriottismo, questi due Stati sono diventati due realtà ben differenti, e la Crimea avrebbe dovuto far parte della realtà russa, alla quale da sempre è sensibilmente più legata, a partire dalla questione linguistica. Queste ovviamente sono considerazioni personali e del tutto opinabili, quindi se il parere di coloro che leggono è differente, anche magari legate al proprio vissuto in questi territori, sarei ben felice di sentirlo. Ad oggi non mi considero filo russa, sono molto scontenta della situazione ucraina, che il popolo e il territorio ucraini son costretti a subire ogni giorno, ma sono comunque situazioni difficili, su cui è difficile esprimersi in modo radicale se non le si vive, una situazione in cui due popoli così simili e da sempre uniti, sia per cultura che per tradizioni, oggi si trovano ad ammazzarsi gli uni con gli altri, in una guerra che sembra senza fine e senza soluzione.



Rinnovo l’invito a commentare se provenite da queste zone e volete esprimere un parere a riguardo, anche per poter io per prima capire meglio il tutto. Vi auguro come sempre buona giornata (sebbene il post abbia una connotazione leggermente triste),

od vasa Samantocka.



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