Lermontov, un eroe del diciannovesimo secolo e un eroe dei nostri tempi

Buon pomeriggio a tutti, lettori! Oggi inizio una nuova sorta di rubrica sul mio blog che riguarderà la letteratura, la musica, l'arte e il cinema dell'est Europa.
Se avete letto la mia piccola biografia qui accanto saprete che ho studiato all'università la lingua e la letteratura russa, dunque ho letto veramente tanti libri di tanti autori russi differenti durante questi anni, di fatti è proprio parlando di un libro che diamo il via a questa sezione 'artistica' della piattaforma. Al di là della letteratura, della cultura musicale e cinematografica russa comunque, al fine di ampliare le mie conoscenze e anche di rendere più completo il blog, ho iniziato da qualche tempo a interessarmi a questi quattro aspetti di altri Stati est Europei, dunque in questa rubrica troverete contenuti non solo legati alla Russia o all'URSS.
Premetto inoltre che io parlerò solo di ciò che è di mio gusto...essendo di fatti un blog personale non potrei parlare in modo entusiasta o addirittura consigliare qualcosa che non mi piace, quindi niente roba che io considero noiosa o pallosa sebbene magari molto famosa (ad esempio, io odio Pushkin...si, lo ammetto, importantissimo scrittore russo, ha contribuito alla costituzione della lingua russa moderna e tutto ciò che volete ma io non lo sopporto, dunque non troverete alcuna sua opera da me analizzata o nominata).
Come ben potete intuire, oggi parliamo di un autore russo che è, al contrario del nostro Pushkin, molto meno famoso in occidente, ma che io ho trovato infinitamente più interessante per una serie di motivi, ovvero di Michail Lermontov. Questo scrittore del romanticismo russo ha infatti scritto pochissime opere tra cui una delle mie preferite del panorama letterario russo, ovvero 'Un eroe del nostro tempo' (Geroj nashego vremeni in russo).

(Ritratto di M. Lermontov) 

Questa opera consiste in un libro veramente piccolo (ha circa 150 pagine) ed è stato pubblicato nel 1840. Il libro contiene cinque macro capitoli, ma la parte che a me interessa portare a conoscenza è maggiormente la terza, ovvero quella che riporta le pagine del diario del protagonista, Pecorin.
Pecorin, pur essendo un personaggio inventato nel diciannovesimo secolo, è una figura che io trovo molto interessante, in quanto non rappresenta, secondo me, solo i vizi della generazione russa dei tempi di Lermontov (come egli stesso affermò), bensì è un personaggio che raffigura benissimo anche il prototipo del narcisista moderno. Ovviamente non vi 'spoilererò' il finale del libro perchè ve lo sto consigliando, dunque non avrebbe molto senso; il mio intento è puramente quello di portare alla luce alcuni aspetti contenuti in esso per invogliare i lettori del post a saperne di più andando a leggerlo autonomamente.
L'opera di Lermontov viene esaminata nei corsi di letteratura russa in quanto è appunto quello che noi potremmo considerare come uno primi libri che si concentra totalmente sulla psiche di un personaggio, e questo è un aspetto curioso se si pensa che la psicologia nasce come disciplina nel ventesimo secolo, ovvero molto più tardi. In questo scritto di fatti si porta alla luce il comportamento contraddittorio, crudo e molto particolare della figura di Pecorin, un profilo che dal punto di vista psicologico risulta essere molto interessante.
Pecorin è un ufficiale russo di mezza età che ha conosciuto molti aspetti della vita, quello dell'amore giovanile, delle passioni del ceto sociale più elevato ma anche quello della guerra, della cruda realtà e della morte, oltre ad aver viaggiato molto. I primi due macro capitoli dell'opera ci fan già vedere, attraverso gli occhi di chi sta narrando (Maksym Maksymic), come questa figura sia in grado di mostrare dei sentimenti di amore e infatuazione in un momento e, nel momento immediatamente successivo, totale freddezza e indifferenza verso ciò che fin poco prima lo interessava. Il fulcro dell'opera però, come ho già premesso, è il terzo macro capitolo, in cui vengono riportate da Maksymic le memorie di Pecorin attraverso le pagine di un suo diario. Nel periodo in cui il diario è stato scritto il nostro protagonista si trova in una località di terme curative (Pjatigorsk). Qui incontra una serie di personaggi grazie al quale si sviluppa la vicenda: il cadetto Grusnickij, vecchio 'amico' di Pecorin, le due principesse Ligovskaja e una vecchia amante accompagnata dal marito malato, Vera. Pecorin interagisce in modo molto contraddittorio con tutti questi personaggi: col cadetto Grusnickij in primo luogo, il quale ancora molto giovane e poco esperto cerca le attenzioni della giovane principessa Mary chiedendo aiuto al suo amico più anziano, con la giovane principessa, una ragazza del ceto alto che sta cercando l'amore romantico dell'uomo forte e maturo e con Vera, la donna che lui non riesce ad ammettere nemmeno a se stesso di amare in modo vero e profondo.

 (Illustrazione di V. A. Polijakov di Pecorin e Mary Ligovskaja)

La storia narrata racconta, attraverso gli scritti di Pecorin, un grande inganno a livello sentimentale  in cui tutti soffrono eccetto Pecorin stesso che, anzi, gode nel vedere queste persone soggiogate al suo potere di uomo ammaliante e manipolatore. Se questo gioco di seduzioni e piccole delusioni inizialmente viene architettato solamente per arrivare a uno scopo (ovvero per poter continuare la storia di questo amore particolare con Vera, la donna di suo interesse) e sembra essere innocuo, finirà per portare, a lungo andare, ad una serie di equivoci e conseguenze più gravi, a malesseri profondi, a rancore e desiderio di vendetta, fino ad arrivare ad un duello mortale e alla fuga improvvisa dell'amore del protagonista (narrata brevemente nel quarto macro capitolo), dunque anche al dispiacere di colui che più volte si dichiara, perfino nel suo stesso diario personale, incapace di amare, di stringere alcuna amicizia e di avere alcuna empatia.

(Michail Vrubel, il duello tra Pecorin e Grusnickij) 

Non potendovi (e non volendo) raccontare nei dettagli la vicenda mi è più difficile ovviamente farvi capire quanto il personaggio di Pecorin sia sorprendentemente moderno, ma spero che dalla mia breve sintesi si capisca. Infatti, se ci fate caso, una persona così manipolatrice, che prova piacere nel giocare coi sentimenti altrui e che considera sotto sotto tutti degli ingenui in confronto a sè, dunque facilmente soggiogabili al proprio volere e potere, è il perfetto ritratto di un soggetto narcisista e sociopatico, un profilo che anche oggi è purtroppo molto diffuso. Quasi tutti nella vita abbiamo infatti incontrato quella persona dal fascino irresistibile che ci ha mostrato in superficie amore, affetto e grande interesse ma che, col passare del tempo, si è rivelato esattamente come Pecorin si è rivelato ai suoi coprotagonisti, ovvero insensibile, disinteressato da un momento all'altro, arrivando perfino alla crudeltà...eppure, più il soggetto ci trattava male, più noi lo volevamo attorno e desideravamo compiacerlo. Ecco, questo è esattamente ciò che Lermontov, attraverso il suo personaggio più famoso, ci ha descritto molti anni prima che il profilo del narcisista e quello del sociopatico venissero catalogati come disturbi della personalità, descrivendo questi atteggiamenti come semplice frutto di una personalità viziosa, ed è ciò per cui secondo me questo libro è così interessante e fuori dai canoni rispetto alle opere del tempo. 
Il quinto e ultimo macro capitolo va leggermente al di là di tutta la vicenda ma è ugualmente interessante. Infatti parla della predestinazione a cui Pecorin non crede, ma a cui viene dimostrato il contrario attraverso un pericoloso gioco. 

(Frontespizio della prima edizione)

Non vi dirò di più perchè questo è, da quel che ricordo, il capitolo più breve del libro, quindi sarebbe facile farsi sfuggire qualcosa di più, ma è molto interessante perchè Lermontov, attraverso questa intera opera, sembra aver predetto la sua di morte. Il 15 giugno del 1841 infatti, esattamente un anno dopo la pubblicazione del suo libro più significativo, l'autore, in seguito a un litigio, muore in un duello esattamente come uno dei suoi personaggi e, cosa ancora più curiosa e strana, esattamente nelle stesse zone in cui il duello era stato ambientato. 

(Tomba di Lermontov a Tarkhan)

Insomma, che dire arrivati alla conclusione del post, se vi piacciono le opere caratterizzate da psicologia, nichilismo e crudo realismo, 'Un eroe del nostro tempo' farà sicuramente a caso vostro (ispirata all'opera ci sono anche vari film e un opera teatrale se preferite guardare anziché leggere!). Spero che il primo post di questa rubrica artistica sia stata di vostro gradimento, 
a presto!!

Od vasa Samantocka. 

  

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