Com'è visto l'ambientalismo in Europa dell'est

Buongiorno a tutti lettori!
Oggi voglio affrontare con voi un argomento delicato e molto chiacchierato in questi giorni, ovvero quello legato al fenomeno ambientalista e ai #Fridaysforfuture.
In Italia la questione ambientalista è molto discussa: da una parte abbiamo chi ha abbracciato la causa in modo davvero serio, ad esempio iniziando ad eliminare veramente la plastica monouso, a non consumare più carne nè prodotti provenienti da certe zone del mondo, evitando certe marche, comprando tutto ciò che si può (vestiti, trucchi, scarpe, perfino telefoni) che siano cruelty free, sia dal punto di vista animale che umano; da un'altra parte abbiamo invece in rifiuto categorico di ogni forma di protezione dell'ambiente, che non si tratta tanto di gettare cartacce a terra o di inquinare di proposito, quanto di fregarsene: chi fa parte di questa categoria se ne sbatte proprio brutalmente, se fa qualcosa per l'ambiente lo fa a caso, senza rendersi conto dell'impatto positivo della sua singola azione, è più occupato a insultare Greta Thunberg sui social, dando più importanza al fatto che la ragazzina possa far parte di chissà quale lobby, anzichè vedere il messaggio positivo che rappresenti. Dall'altra ancora abbiamo invece il manifestante, colui che non si sa da che parte stia in realtà, ma che non perde l'occasione per scendere in piazza, solitamente una via di mezzo tra l'ambientalista ferrato e il menefreghista, che cerca di impegnarsi, divulgando anche messaggi di pace, ma che non rinuncerebbe mai alla sua preziosa auto o ai kili di avocado sud americani mensili.




Ecco, dopo aver osservato questo fenomeno dall'esterno per lungo tempo, e in seguito alla settimana di mobilitazione, conclusasi col Global Strike del 27 Settembre, mi sono chiesta 'e in est Europa? come è visto tutto questo? Si sono svolte manifestazioni anche lì??'
Ed eccoci quindi, cari lettori, a parlare di questo avvenimento che solo oggi sembrerebbe aver acquistato davvero importanza e come i cittadini di altre parti dell'Europa si relazionino ad esso.

Partiamo dai Balcani, una zona un po' spaccata tra Paesi facenti parte dell'UE e Paesi autonomi. Dovete sapere, innanzi tutto, che l'unico Stato balcanico che sembrerebbe avere un vero e proprio sistema di riciclaggio mirato all'eliminazione totale dello spreco, sia la Slovenia, l'unico Stato est europeo, per altro, che è stata d'accordo con la decisione delle zero emissioni entro il 2050. Va da sè che, sebbene in Slovenia le manifestazioni non siano state esose, in questa piccola nazione l'ambiente e il clima sono assolutamente da preservare.
Parlando di altri Stati ex-Ju, anche la Croazia si è distinta particolarmente, per le sue manifestazioni tenutesi nelle città più importanti, tra cui Zagabria e Rijeka (che sarebbe Fiume, in italiano). Il movimento ambientalista croato non solo si è impegnato a portare persone nelle piazze, bensì si è impegnato, proponendo allo Stato un piano d'azione per quanto riguardi le fonti di energia eco sostenibili, sostenuto sia dall'Università di Zagabria che dalla Biblioteca Nazionale.
Per terminare con gli Stati facenti parte dell'UE citiamo poi la Bulgaria, in cui si sono tenute manifestazioni in varie città del Paese, e in cui si sta facendo molto per portare a conoscenza i reali problemi dell'inquinamento ambientale. Ovviamente, i movimenti in questi Stati, non raggiungono la quantità di persone che raggiungono nei Paesi occidentali, ma come vedete, si stanno impegnando anche qui.

(A Zagabria anche i bambini han preso parte alla manifestazione)


Ma esiste un'altra parte della Penisola, quella che non fa parte ancora dell'Unione Europea, quella che è un po' lasciata a se stessa e in cui l'ambientalismo e il cambiamento climatico passano in secondo piano, perchè la cosa più importante là, è lavorare e portare a casa il pane. Parliamo soprattutto di Serbia e Bosnia: nella prima si è tenuta una manifestazione nel centro di Belgrado, che ha contato qualche giovane in più. Questo è stato molto significativo, perchè Belgrado, proprio durante questo periodo, è soggetta a un grandissimo cambiamento urbano che ha fatto infuriare i cittadini serbi (famosa la ricostruizione della piazza, che, da luogo piacevole e con del verde, è passata ad essere un blocco grigio di cemento). In Bosnia la situazione è stata addirittura critica: Sarajevo infatti, è stata dichiarata una delle capitali più inquinate del mondo, cosa dovuta al fatto che lo Stato sembra essersi fermato agli anni '80: macchine vecchissime con marmitte ancora più vecchie, fabbriche fatiscenti e mai modernizzate contribuiscono all'inquinamento perenne dell'aria che soffoca tutto il Paese. Ma questo purtroppo non è bastato a mandare molte persone nelle piazze, che in tutto saranno state qualche centinaia.
Infine, anche nei piccoli Montenegro e Macedonia si sono tenute delle manifestazioni in capitale, a Podgorica e Skopje.

(Manifestazione a Sarajevo)


Passiamo quindi alla zona est europea della Russia, in cui, a dire la verità, si sono tenute un bel po' di manifestazioni. La cosa mi stupisce abbastanza, perchè la Russia è un Paese bello, tanto quanto criptico. Con questa frase intendo dire che se le città principali e i grossi centri risultano estremamente puliti, non è affatto una realtà sconosciuta quella per cui nelle parti della Nazione che nessuno vede, esistano fabbriche e industrie che contribuiscono non poco all'inquinamento globale (è stato stimato che la Russia sia il quarto Paese che emette più gas serra, dopo la Cina, l'India e gli Stati Uniti, uno dei maggiori produttori, insomma). Be', sarà perchè i cittadini siano diventati più consapevoli, sarà perchè in questi ultimi mesi la Siberia ha preso fuoco per cause, apparentemente, sconosciute, fatto sta che nel territorio più grande dell'ex Unione Sovietica ben 4 milioni di persone si sono mobilitate. Secondo Greenpeace sono state una ventina le città che hanno ospitato i manifestanti, tuttavia Mosca è da escludere! Per Putin infatti, ammettere che la Russia possa rappresentare un problema a livello climatico è molto dura, e i cittadini russi sanno bene che in capitale, appena due o tre persone fanno gruppo per manifestare, attirano l'attenzione non proprio amichevole della polizia. A Mosca, per tanto, vi è stato un unico manifestante, un Greta al maschile, il giovanissimo Arshak Makichyan (se volete leggere a proposito, cliccate qui -articolo in inglese-!).


(U nas net drugoi planet - non abbiamo un altro pianeta, Nizhny Novgorod, Russia)


In Ucraina le cose sono invece molto diverse: gli attivisti infatti si sono fatti sentire a gran voce nella piazza di Kiev, giocando molto sul fatto che nel Paese vi sia un nuovissimo governo e un nuovo presidente, su cui è ancora possibile far colpo e far capire cosa sia davvero importante per i giovani ucraini. L'Ucraina, in ogni caso, è dal 2015, con l'Accordo di Parigi, che, a parole, si sta impegnando per ridurre i gas serra, ma per quanto riguarda l'azione, secondo gli attivisti, c'è ancora tanta strada da fare.
Per quanto riguarda invece la Bielorussia è inutile chiederselo: le informazioni su questo Paese sono più uniche che rare, e sappiamo che manifestare nelle piazze della capitale è ancor più rischioso che farlo a Mosca. Ho trovato veramente poco a riguardo dei Fridays for Future a Minsk e nella Russia Bianca in generale, ma non penso che il Presidente Lukashenko abbia acconsentito a far scendere per le strade i cittadini.


(Una bambina protesta a Kiev)


E arriviamo così alla nostra zona del V4, in cui l'opinione pubblica tra i vari Paesi è divisa. Parlando della mia bellissima Slovacchia posso solo dire che sia stato il Paese del Visegrad più attivo da questo punto di vista: in questo Stato infatti, la prima manifestazione per l'ambiente si è tenuta in capitale nell'Aprile 2018, e oggi, grazie anche alla vittoria del partito Progresivne Slovensko, di cui fa parte anche la Presidentessa della Repubblica, Zuzana Caputova, la questione è diventata di estrema importanza. Pertanto, il Global Strike di venerdì scorso si è tenuto nelle città più importanti, Bratislava, Kosice, Zilina e Liptovski Mikulas. Ma non è finita qui! Secondo il sito ufficiale del Fridays for future slovacco, sembrerebbe che le manifestazioni si tengano ogni Venerdì dopo la scuola, in modo che tutti i ragazzi, anche magari solo passando di fronte ai manifestanti pacifici e ai cartelloni, possano acquisire più consapevolezza a riguardo. Questo senza dubbio è un grandissimo passo avanti, se giudichiamo la realtà slovacca e quella, ancor più globale, del gruppo V4.


(Qui invece ci troviamo in Slovacchia, uno dei Paesi più attivi)

Anche nella vicinissima Repubblica Ceca gli animi si sono mossi per tutta la settimana, dando vita a manifestazioni nella capitale e dintorni. Qui non si è trattato solo della manifestazione del venerdì, bensì gli attivisti, accompagnati da molti giovani volenterosi, si sono impegnati nella raccolta rifiuti, ed organizzando un vero e proprio festival per il futuro, con performance musicali in grado di attirare l'attenzione pubblica. Purtroppo vi è una differenza sostanziale tra le due Repubbliche sorelle: in Czechia, l'attivismo ambientalista, non è supportato dalla politica, tanto che il Primo Ministro, Andrej Babis ha giudicato l'attivista Thunberg come aggressiva ed isterica, oltre ad aver fatto saltare l'accordo sulle emissioni 0 assieme a Ungheria e Polonia.

Infine, parliamo della Polonia, dove le cose vanno in modo un po' particolare da tempo per quanto riguarda manifestazioni e attivismo. Il Venerdì scorso la capitale polacca ha infatti richiamato veramente moltissimi giovani in piazza, che hanno manifestato in modo attivo e orgoglioso. Ricordiamo inoltre che la Polonia, giusto l'anno scorso, ha ospitato il cop24, che sarebbe la conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, nella quale si sarebbero prese decisioni molto importanti riguardanti il futuro del pianeta. Ma nonostante l'attivismo, nonostante l'UE stabilisca riunioni e congressi in questo Stato (secondo me anche un po' con l'intento di ammorbidire le opinioni dei politici polacchi), la Polonia non ha particolarmente a cuore la questione climatica e ambientalista. Come detto sopra, assieme ad altri Stati ha rifiutato l'accordo sulle emissioni 0, sebbene sia lo Stato più inquinato dell'UE, fino a qualche anno fa, silenziosamente, il governo stava procedendo al disboscamento della foresta secolare di Bialoveza, patrimonio dell'UNESCO e i sindaci che cercano di promuovere importanti azioni civiche vengono accidentalmente assassinati (l'ultimo il sindaco morto ''accidentalmente'' è stato quello di Danzica, Pawel Adamowicz, stranamente impegnato nell'attivismo civile), tanto per fare qualche esempio. Quindi si, in Polonia qualcosa si è mosso e si sta muovendo, ma andare contro chi sta al potere e si oppone a certe misure è veramente dura!


(Manifestazione a Varsavia)


In conclusione che possiamo dire?
Innanzitutto che, sebbene esistano attivisti anche in Europa dell'est, come vi ho mostrato, in questi Paesi non esiste una vera e propria ''rinascita verde'', a differenza di quello a cui si assiste in Europa centro-occidentale, anche se, secondo alcune statistiche, la consapevolezza stia crescendo a piccoli passi.
La seconda cosa da tenere in considerazione è lo stile di vita che, in molti di questi Paesi, non è nemmeno lontanamente simile a quello che si vive in occidente: noi abbiamo avuto un boom economico subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, cosa che questi Paesi non hanno avuto, o meglio dire, hanno avuto ma che è stato distrutto negli anni '90 con la caduta della Jugoslavia e dell'URSS; i Paesi che sono usciti da queste unioni (e dalla loro influenza) si sono così trovati di fronte a un Europa occidentale democratica, ricca, industrializzata, e quindi col conseguente bisogno di ricostruirsi, cosa che, per alcuni Stati, è avvenuta e sta avvenendo grazie all'entrata in UE, per altri non è ancora avvenuta e, forse, non avverrà mai senza aiuti esterni.

Per mia esperienza personale e guardando a tutti questi dati, sinceramente, sono rimasta stupita e meravigliata dal fatto che anche in queste zone, sebbene forse in numero minore, l'ambientalismo stia a cuore a molte persone, soprattutto ai giovani e ai giovanissimi, cosa che fa ben sperare. Mi sento di specificarlo perchè non dobbiamo mai dimenticarci che alcune di queste zone stanno vivendo guerre eterne (Ucraina), strascichi di disastri passati (Bielorussia, Serbia e Bosnia), situazioni politiche scomode (questione kosovara tra Serbia e Albania) e povertà diffusa, un insieme di cose e situazioni che potrebbero far passare il problema legato all'ambiente in secondo piano e che invece non intaccano minimamente la voglia di molti cittadini di migliorare e preservare il proprio futuro!

Od vasa Samantocka. .




Link:

https://nena-news.it/il-ponte-balcanico-global-climate-strike-nei-balcani/;
https://www.dw.com/en/russias-lone-climate-protester-pushes-for-fridays-for-future-movement/a-50599019;
https://www.kyivpost.com/ukraine-politics/ukrainian-youth-to-join-friday-global-climate-strike.html?cn-reloaded=1;
http://www.fridaysforfuture.sk/;
https://news.expats.cz/health-medical/czech-republic-prepares-to-join-the-global-climate-strike-heres-how-to-participate/;
https://unita.news/2019/02/16/polonia-i-movimenti-di-protesta-che-sfidano-il-potere-in-nome-dei-diritti-e-della-democrazia/;
http://www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/altrenews/2019/06/20/clima-ue-salta-accordo-su-zero-emissioni-entro-il-2050-_789d79bd-d1c2-47f6-badb-e2de6504edc3.html?fbclid=IwAR22Ej6jq-bVacXSckE4JZ5bS6B07Rj26abZXj2NFEO6TMTcmkd7-OoaEEA;
https://www.ilfoglio.it/esteri/2019/03/14/news/ce-una-rinascita-verde-in-europa-i-dati-elettorali-dicono-di-no-243130/









Commenti